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Ordine: “Milan l’idea del centrale c’era, basti pensare alle parole di Maldini”

Redazione Il Milanista

Ecco l'analisi di Franco Ordine ai microfoni di MilanNews.it in merito al calciomercato del Milan

Ai microfoni di MilanNews.it è intervenuto il noto giornalista e tifoso rossonero Franco Ordine. Ecco le sue parole:

Un commento sul mercato rossonero - Non ci sono commenti da fare, non hanno fatto nulla se non cambiare Pellegri che è tornato al Monaco, per poi essere girato al Torino,  con questo ragazzo di 18 di cui sentiremo parlare prossimamente. Non mi avventuro in riferimenti ascoltando o leggendo dichiarazioni di chi l’ha avuto come Stankovic. Voglio prima vederlo, sarebbe affrettato giudicarlo. Milan e Napoli sono senza voto, praticamente non hanno fatto mercato”.

E allora perché il Milan ha fatto questa scelta? Credi che possa essere un rischio? - Si tratta di un rischio, con una previsione molto ottimistica. Se le previsioni sostengono che il Milan in estate prenderà sicuramente un difensore centrale, un centrocampista per rimpiazzare Kessie, poi dovrebbe prendere un giovane attaccante di maggiore affidabilità rispetto ai problemi fisici che stanno avendo Ibra e, in misura minore, Giroud. È una prospettiva di un mercato da 100-150 milioni, e sappiamo che non è possibile. Sono promesse che si fanno alla leggere nella speranza che ci siano delle opportunità. La sostanza è che il Milan era partito con l’idea di prendere un difensore centrale, poi questa idea è stata rimessa in un cassetto perché non si voleva prendere uno tanto per, ma un giocatore che soddisfasse i loro criteri tecnici ed economici. Ma è un rischio, non so fino a che punto calcolato, perché la Juve ora entra nei primi quattro: bisognerà capire nei confronti di chi”.

Sul ritardo Kessie - Non sono agguerrito, spero lo si capisca. Qui c’è un problema di forma e un problema di sostanza. Il problema di forma è questo: il signor Kessie, secondo le indicazioni ufficiali che ci aveva dato la società, doveva arrivare a Milano entro domenica sera e lunedì presentarsi a Milanello. Poi ci dicono che sarebbe arrivano lunedì e non domenica, per problemi logistici. Da lunedì è arrivato praticamente oggi, e oggi si è allenato da solo. Si allenerà con la squadra domani, giovedì e venerdì: tre giorni prima del derby. Lo considero un comportamento da non professionista. Mi diranno che sono brutto, sporco e cattivo: io difendo la mia opinione”.

Secondo te non sarebbe stato meglio dare le motivazioni ufficiali del ritardo? - “È un argomento che richiederebbe una trasmissione a parte. Conviene raccontare la verità nei particolari? Secondo me c’è un atteggiamento protettivo della società nei confronti di Kessie, così come fatto l’anno scorso con Donnarumma, approfittando degli stadi chiusi: uno così fragile come il portiere sarebbe andato subito nel pallone. La società ha deciso di tutelare il patrimonio Kessie fino alla fine della stagione, è un ragionamento legittimo e comprensibile, ma non tiene conto del fatto che comunque andrebbe cucito addosso un vestito diverso, magari più convincente a questo ritardo di Kessie. Adesso sentiremo venerdì cosa ci racconta l’allenatore, che sicuramente è dalla parte di Kessie. Da una parte bisogna capire l’interesse del club, dall’altra bisogna capire che ci sono anche altri giocatori che devono rispettare le regole; qualcosa comunque andava detto”.

Come mai si tende sempre a strumentalizzare quello che succede nel mondo Milan? - È una domanda che contiene un pregiudizio. Qui si tende a fare cronaca, a segnalare quello che succede nel mondo Milan, senza fomentare nulla. Quale sarebbe il comportamento virtuoso? Stare zitti e lasciar passare tutto in cavalleria. Questo si usa nei paesi dominati dalle dittature: siccome il mondo del calcio non è dominato da una dittatura le menti libere si muovono secondo altri criteri”.

Quanto è stato rischioso il non intervenire a gennaio anche guardando a come si sono mosse le altre? Al netto di come gli infortuni e i problemi fisici condizionano il gioco del Milan - “Bisogna fare dei ragionamenti. Maldini e Massara non è vero che sono partiti con l’idea di non prendere nessuno. Quando Kjaer si è fatto male Maldini ha affermato che avrebbero provato a prendere un sostituto: in testa ce l’avevano, poi si sono misurati con la realtà. Non volevano una toppa, ma un bel vestito: impegnativo sia dal punto di vista tecnico, che dal punto di vista finanziario. Avrebbero dovuto prenderne uno tanto per? Nel frattempo hanno valutato anche il potenziale di Kalulu e hanno deciso di rischiare. Poi hanno avuto la sfiga di perdere Tomori, prima per il Covid e poi per il menisco: a proposito, secondo me non è ancora pronto per il derby. È molto rischioso anticipare i tempi. Vorrei poi capire come mai Rebic continui a fare un lavoro personalizzato: dalle brevi apparizioni che fa non lo vedo ancora sciolto e brillante come nella partita di Roma o Torino contro la Juventus”.

Nel derby il Milan dovrebbe azzardare qualche mossa particolare (ad esempio Kessie trequartista) o meglio andare con la formazione tipo? - Azzardare uno schieramento inedito in una partita così delicata, il Milan si gioca tre quarti della stagione, è rischioso. Quello che vale più di tutto è la condizione fisica. Siccome Pioli è un perfetto conoscitore dei suoi uomini se vede qualcuno che sta meglio di un altro lo fa giocare. L’unica cosa che vedrei eventualmente è quella di aggiungere Kessie e avere tre centrocampisti a pieno regime. Se Ibra non sta bene poi proverei con Rebic davanti”.

Sarà l’ultimo anno di Ibra? - Nessuno di noi in questo momento è in grado di dirlo. Sarà la risposta del suo fisico a dare la chiave di lettura per la decisione finale, che spetta alla società. Se da qui a fine maggio Ibra avrà avuto un rendimento soddisfacente, bene. Se ne potrà discutere e parlare. Se continua questo problema al tallone d’Achille non ci si può convivere, è un problema che intacca il rendimento del giocatore”.

È il momento di tagliare il cordone ombelicale con Ibra? - È evidente che il Milan ha bisogno di un centravanti di prospettiva. Ma se hai la necessità di prendere un centrale, hai anche Romagnoli in scadenza, hai la necessità di prendere un centrocampista al posto di Kessie e hai la necessità di un attaccante giovane allora stai pensando ad un investimento gigantesco. L’area tecnica del Milan può pensare di avere questa barca di soldi per queste operazioni? Secondo me no. Con Kessie e Donnarumma non abbiamo perso 100 milioni, viene rovesciato il ragionamento. L’agente di Donnarumma non ha avuto mai l’idea di rinnovare col Milan: l’ha avuta soltanto quando ha capito di essere rimasto a piedi, con la mancata conferma di Paratici che faceva venire meno la promessa con la Juve. Per soddisfare Kessie ci vorrebbe un investimento da 70 milioni: 8 netti per cinque anni sono 64 lordi, a cui aggiungere le commissioni per l’agente. A queste cifre il Milan non prende un giocatore per sostituirlo risparmiando anche? Che sia Renato Sanches o mister X, sicuramente sarà a costo minore”.

Sul mercato delle rivali - “La situazione della Juve è questa: intanto ha un azionista che se lo può permettere. Di fronte al rischio di perdere un posto in Champions, perché la Juve vista a San Siro in Champions neanche con i carabinieri a cavallo ci arriva.... Di fronte a questo rischio fanno questo rilancio, con Cherubini che recupera parte della somma con due cessioni. Il secondo dente che duole è quello dell’Inter: si muove come faceva una volta il Milan di Berlusconi. Vi ricordate quando si infortuna Boban e Galliani corre a Marsiglia per prendere Desailly? L’Inter ha fatto questa operazione con Gosens: Perisic va via a fine anno? Prendono il sostituto. Hanno l’infortunio di Correa? Prendono il sostituto, anche se per poche partite”.

Meglio avere il bilancio a posto o investire a debito? - “Investire a debito lo deve fare chi è senza soldi. Non pensate che la situazione dell’Inter sia florida. L’Inter ha appena rinegoziato un bond da 415 milioni, declassato in B+: con un tasso di interesse al 6,75%. Tradotto: trenta milioni all’anno per cinque anni. Prima di ogni altra operazione devi pagare questi interessi. Tant’è Marotta dice che per avere giocatori devono vendere. Non pensate che l’Inter prenda Scamacca e Frattesi senza vendere nessuno. Dalla vita non si può avere tutto. Elliott ha avuto in eredità dalla gestione cinese dei debiti enormi, ha ripagato buchi clamorosi: non si possono accusare di braccino di corto. Poi quando vedi che c’è la possibilità di fare il salto, lì rischiare di fare un’operazione in più per avere qualche chance eccellente ci può anche stare, ma è un’altra chiave di lettura. Capisco lo stato d’animo dei tifosi ma anche il piano industriale di Elliott. Anche se un ripensamento all’ultimo c’è stato, altrimenti non mi spiego il tentativo finale per Renato Sanches. Le pressioni della piazza hanno avuto effetto, sono tornati alla carica ma si sono dovuti arrendere. Comunque se non fosse intervenuto Elliott, il Milan, quell’anno famoso, avrebbe avuto difficoltà ad iscriversi al campionato. Bisogna conservare la memoria della realtà”.