Sosta nazionali e tempo di primi bilanci. Antonio Di Gennaro, vice-allenatore del Milannella stagione 2001/02, ha parlato a 'MilanNews.it' in merito alla situazione rossonera. Ecco le sue parole.
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Di gennaro: “La società dovrà intervenire in questa situazione negativa”
Il Milan chiude il ciclo delle prime partite con grande difficoltà e lo spinoso caso Theo-Leao. Cosa ne pensa?
"Tutti segnali di un momento particolare, alla quale la società dovrà provvedere. Bisogna fare quadrato perché dalla ripresa del campionato ci saranno partite che non si possono sbagliare e indirizzeranno la stagione. La squadra ha giocatori di livello, vediamo se si troverà l'unione e lo spirito di squadra".
Società stessa criticata e il paragone con Maldini e Massara è inevitabile, è d'accordo?
"Penso che Maldini e Massara abbiano fatto un lavoro straordinario in un club che nel frattempo si è risistemato finanziariamente, ha valorizzato i giocatori. E con Pioli avevano creato un rapporto importante. L'addio di Maldini è coinciso con una nuova era, che non è partita nel migliore dei modi".
Fonseca è già messo in discussione dai tifosi. Se lo aspettava?
"A Roma non aveva fatto male, anzi. Ha pure espresso un buon gioco. Il punto è che rispetto a Pioli cambia poco. Fonesca si assesta su quel livello, mentre ci si aspettava nella scelta del tecnico di prenderne uno di livello superiore. Gli va dato tempo, deve creare uno spirito di squadra che a ora manca. È vero che due partite su tre le ha recuperate ma ottenere così pochi punti e prendere così tanti gol non sono il miglior biglietto da visita".
Il tecnico intanto ha diramato la lista Champions: fuori Jovic. Una scelta che non sorprende ma che pone un quesito: perché allora rinnovargli il contratto?
"Sono valutazioni che fa la società, avevano ritenuto Jovic un elemento utile anche per questa stagione ed evidentemente lo hanno rivalutato. A Firenze era andato a corrente alternata, al Milan pure e per questo hanno deciso di tornare sul mercato. La scelta di Abraham significa che non puntano più su Jovic, anche perché poi ci sono anche Morata e Okafor".
Quanto è complicato lavorare al Milan e reggere le pressioni?
"Normale sentire la pressione se sei al Milan. Serve personalità e qualità perché conta il risultato e giocare bene".
Lei ha lavorato per un breve periodo al Milan assieme a Fatih Terim, che lo scorso 3 settembre ha compiuto 71 anni. Che ricordo ha dell'Imperatore?
"Un pensiero sempre positivo e di eterna gratitudine nei confronti di Fatih. È tanto che non lavoriamo insieme, per me rimane un personaggio importante. Tramite lui ho potuto lavorare alla Fiorentina e poi al Milan, poi le strade si sono divise per tanti motivi. Terim è un tecnico che ha portato il calcio turco a un altro livello e anche al Milan non era affatto male, certamente non come lo avevano dipinto. Quando ci fu l'esonero eravamo nelle prime posizioni e con un derby vinto per 4-2, si poteva fare ancora molto bene ma è così la vita. Da parte mia eterna gratitudine".
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