MILANO - Attraverso i microfoni di Sky Sport, Massimo Ambrosini, ex centrocampista rossonero, ha intervistato Zlatan Ibrahimovic, il quale ha fatto un confronto fra la sua prima esperienza al Milan e quella attualmente in corso: "Qui mi sento a casa. Quando sono arrivato la prima volta a Milanello, nel 2010, ero un giocatore diverso. Venivo da un'esperienza a Barcellona così così e avevo grande voglia di riscattarmi. Ancora oggi non capisco quali fossero i problemi al Barcellona, nessuno me li ha comunicati. Infatti fui io a decidere di andar via e tutt'ora non so che cosa non andasse. A Milano sto benissimo, la città la conosco bene e mi piace tanto. Poi gioco in un grandissimo club come il Milan. Non ho avuto esitazione a firmare per questa società".
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Milan, Ibrahimovic: “Qui mi sento a casa. Obiettivi? Una partita alla volta…”
Le dichiarazioni del centravanti svedese
SUL RITORNO AL MILAN - "Dieci anni fa la situazione era completamente diversa, questa è un'altra sfida. Voglio far capire ai miei compagni cosa significhi giocare al top. Dieci anni fa c'erano giocatori con uno status diverso e con un palmares straordinario. C'era gente che aveva già vinto tutto, quindi giocavo in una squadra che era già ad un livello altissimo. Adesso la situazione è differente ma questa sfida mi stimola ancora di più, perché il Milan deve tornare a vincere. Fisicamente mi sento meglio rispetto a prima. Anche i miei comportamenti sono un po' cambiati. Ora cerco di capire di più i miei compagni, stando più vicino a chi si trova difficoltà. Metto grande pressione alla squadra, chiedo tanto e non accetto neppure un passaggio sbagliato. Voglio che tutti si allenino al massimo, senza risparmiarsi mai. Il modo in cui ti alleni corrisponde a quello in cui giochi. Se ti rilassi in allenamento, ti rilassi anche in partita. La squadra però prende bene il mio atteggiamento. Io mostro la strada e i miei compagni mi seguono".
SU PIOLI - "Mi piace il modo in cui il mister ci chiede di giocare. Ha trovato il modo per farmi esprimere al meglio. Mi mette nelle condizioni ideali per giocare al massimo e aiutare la squadra. Ci confrontiamo spesso. Sono sempre a disposizione, ho una grande responsabilità di fronte ai miei compagni, che mi rispettano tanto, quindi se serve il mio contributo rispondo sempre presente".
SUGLI OBIETTIVI - "La squadra sta facendo bene, ha fame e voglia, ma bisogna ragionare una partita alla volta. Molti giocatori non sono abituati a vivere la situazione che si è creata adesso, in cui siamo primi in classifica. Ora è presto per parlare di obiettivi. Un conto è giocare le partite, un altro è doverle vincere a tutti i costi: molti non sono abituati a questa pressione. Il nostro compito dev'essere fare meglio dell'anno scorso, provando a vincere ogni partita ma senza pressione. La responsabilità me la prendo io e mi piace. Magari abbiamo una rosa meno esperta di altre, ma c'è la giusta fame per arrivare lontano". >>> E intanto Elliott vuole sognare in grande, tra Champions e Scudetto: arriva il sì definitivo per tre grandi colpi a gennaio! <<<
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