Tammy Abraham è l'acquisto dell'ultimo giorno di mercato del Milan. L'inglese si è presentato recitando un ruolo da protagonista nell'azione del 2-2 servendo l'assist a Rafa Leao. A raccontare il nuovo centravanti rossonero è stato il direttore di Radio Romanista, Daniele Lo Monaco direttamente a 'MilanNews.it'.
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Lo Monaco: “Abraham? Attaccante molto dinamico ma poco lucido”
Daniele Lo Monaco, come sono stati questi tre anni di Abraham alla Roma?
"Alla Roma è costato 40 milioni e di conseguenza è arrivato con tante aspettative e devo dire che il primo anno ha fatto molto bene, 27 reti segnate avevano giustificato la cifra spesa. Al contrario, il secondo anno non è riuscito a confermarsi. Ha faticato, ha sbagliato troppi gol ed è andato in una sorta di loop dove più voleva dimostrare il suo valore e più perdeva lucidità e sbagliava anche facili occasioni. Il colpo di grazia a pochi minuti dalla fine del campionato con il grave infortunio rimediato. Lì è cambiata la sua storia con la Roma, ci ha messo 8 mesi per recuperare e quando è tornato non era più lui, purtroppo. Non ricordo prestazioni di buon livello, a livello psicologico è come se si fosse bloccato".
Come lo valuti come calciatore?
"È un centravanti atipico, gli piace molto muoversi e dialogare. Non è una punta stanziale, tutt'altro perché ha un dinamismo incredibile. Questo lo porta a volte a voler strafare e di conseguenza perdere lucidità".
Al Milan si è presentato comunque bene
"Ha grandi doti tecniche e l'azione che ha portato al gol di Leao, dove c'è il suo assist, ne è la dimostrazione perché non stoppi la palla in velocità come ha fatto lui se non hai qualità. Dall'altra parte, alla Roma ha fatto vedere che questa voglia estrema di fare la cosa buona lo porta a fare confusione. Si crea quindi il contrasto dove segna dei gol incredibili o ne sbaglia alcuni facilissimi".
La Roma aveva in piano di cederlo nell'estate del 2023, l'infortunio ha cambiato le carte in tavola. Credi che nell'ultimo anno ci sia stata ostilità nei suoi confronti?
"No, ostilità no. Lui non ha colpe e ha vissuto un dramma sportivo. Poi chiaro che se ci affidiamo ai social c'è ostilità su qualunque cosa, ma non prendiamo i social come specchio della tifoseria, perché ci sono delle esagerazioni tipiche di chi si nasconde dietro l'anonimato".
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