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Ibrahimovic: “Al Milan ho 25 ragazzi che hanno bisogno di me”

Redazione Il Milanista

Zlatan Ibrahimovic si è raccontato a 'Sette' settimanale del Corriere della Sera. Ecco che cosa ha detto lo svedese, anche sul Milan

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MILANO - Al Settimanale 'Sette' del Corriere della Sera si è raccontato Zlatan Ibrahimovic. Ecco che cosa ha detto lo svedese, anche sul Milan.

Sulla sua positività al Coronavirus:

"Questo Virus è terribile e non va sfidato. Bisogna sempre tenere la mascherina e stare distanziati".

Sulla mancanza della sua famiglia:

"Mi mancano tantissimo. Ti dico la verità, vorrei stare in Svezia lì con loro. Mi manca mia moglie e i miei figli".

Se passerà le vacanze con la sua famiglia:

"Magari, ci ho provato a dire il vero. Ma pIoli mi ha risposto che in Svezia ho due ragazzi che mi aspettano, ma al Milan ne ho 25 che dipendono da me. Che padre sono? Anche per loro disciplina. Quando giocano a calcio non li giudico come papà ma come calciatore. Se mettono passione e gioia allora va bene. Non devono farlo per me. Mia moglie? Non è una calciatrice, è giusto che abbia la sua privacy e la sua vita".

Sulle arrabbiature verso i suoi compagni di squadra:

"Questa è una cosa che fa bene, il problema è quando uno non si arrabbia mai. Io non sbaglio mai, Ogni giocatore ha il suo modo di arrabbiarsi. Meglio. Si prende una responsabilità, sente che è tutto importante".

Sulla sua filosofia:

"Novanta minuti minuti in una partita non sono niente se non ti sei allenato al massimo. Bisogna lavorare a fare sacrifici. Il talento lo devi coltivare, devi allenarti tutti i giorni e tantissime ore. I video dove mi alleno sulla neve? Mi piace, più mi alleno più sto bene. Lo dico a me stesso e agli altri: non mollare mai. Lo spiego in un altro modo: se non ti arrendi, vinci".

Sulla sua religione:

"Credo nel rispetto dell'altro. Per ogni religione e ogni opinione, così sono cresciuto e così la penso adesso".

Su Milanello:

"E' casa mia, mi sento benissimo. Ci passo bene il mio tempo lì. le persone ti vogliono bene. Dirigenti, mister, compagni, comunicazione, qui funziona tutto".