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Galli: “Milan? Manca chiarezza e comunicazione, su Gabbia…”

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Filippo Galli è intervenuto sul canale YouTube di Carlo Pellegatti e ha parlato del Milan di Paulo Fonseca
Stefania Palminteri Redattore 

Filippo Galli ha parlato sul canale YouTube di Carlo Pellegatti in merito al Milandi Paulo Fonseca e del momento di difficoltà che sta attraversando dopo la sconfitta con la Fiorentina.

Cosa sta succedendo al Milan?

"Difficile dirlo. È chiaro che sono segnali che danno un po' fastidio, che stanno un po' a dire che forse non c'è chiarezza di comunicazione se non altro. Dispiace perché già quello che si era visto con la Lazio, all'Olimpico, era qualcosa che ha dato fastidio. Poi sembrava essere rientrato, però poi ci ripresentiamo a Firenze con questi episodi legati al rigorista. È chiaro che però manca una comunicazione anche da parte del club, ci faccia capire cosa davvero sia successo. Una volta che sappiamo come sono andate le cose, forse uno può dare anche un parere che sia con più cognizione di causa. Così si pensa solo che non ci sia rispetto soprattutto tra i giocatori, al di là poi delle consegne dell'allenatore, però non c'è stato rispetto soprattutto da parte dei giocatori verso i propri compagni e verso anche l'allenatore. Questo è davvero un peccato, ci dispiace, anche perché il rispetto credo che sia una delle cose più importanti, soprattutto in un momento e in una squadra come il Milan che veniva anche da una sconfitta, quella di Leverkusen, seppur giocando una discreta partita, in campionato dovevamo mantenere quella serie di risultati positivi che ci avrebbero permesso di essere lì a ridosso del Napoli. Invece adesso siamo un po' staccati".

Te lo aspettavi, pensavi fosse passato il peggio dopo la vittoria nel derby?

"Direi di si. Perché si era vista una squadra che al di là dell'atteggiamento, sembrava almeno che avesse acquisito le conoscenze di quello che viene fatto in allenamento. Invece c'è stato un passo indietro, un po' come quando giochi il gioco dell'Oca, quando arrivi nella casella torna all'inizio, alla partenza. È stato un po' questo il risveglio nella notte di Firenze. E questo è spiaciuto un po' a tutti, a noi milanisti, a chi piace il calcio e chi pensa che il Milan debba stare ai livelli alti della classifica".

Su Matteo Gabbia

"Io credo che Matteo abbia da parte sua questa capacità di saper essere concentrato sul compito. È un giocatore che è cresciuto con noi, nel Milan. Quando ero responsabile del settore giovanile era un centrocampista, noi insistemmo con lui per farlo giocare da difensore centrale perché ritenevamo che avesse questa capacità di far uscire il gioco. Nel 2012 cominciammo a costruire dal basso, non per esercizio di stile ma perché ritenevamo che fosse uno strumento a livello formativo importante. Lui non voleva mettersi lì, in quella zona di campo, perché lo allontanava dalla porta avversaria. Ha avuto delle resistenze che però è sempre stato in grado di esprimere con grande carattere ed educazione. Ad un certo punto la nostra insistenza aveva portato anche del nervosismo nel ragazzo, durante gli allenamenti, calciava la palla in avanti. Però credo che questo percorso di formazione e di crescita l'abbia aiutato. Dopodiché i meriti sono nei ragazzi".