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Ex-Milan | Cucchi attacca Gigio: “Più attaccato ai milioni che alla maglia”

Gigio Donnarumma, portiere classe 1999 del Milan

Il radiocronista è intervenuto per commentare l'addio di due colonne portanti dei rossoneri: il portiere classe 1999 e il numero 10

Redazione Il Milanista

Il Milan ha dato il meglio di sé in questa sessione di mercato ma non è andato sempre tutto liscio. Prima dei grandi colpi di Maldini e Massara, i rossoneri hanno perso delle pedine importanti a parametro zero; vere e proprie colonne portanti della squadra di Pioli: Gigio Donnarumma e Hakan Calhanoglu.

Dopo queste importanti uscite, la redazione di Milannews.it ha intervisto in esclusiva Riccardo Cucchi, per analizzare con lui; l'addio del portiere campione d'Europa; e quello del fantasista turco, che ha lasciato il club ma non Milano, traferendosi all'Inter.

Un commento sugli ex-Milan

Lo storico radiocronista ha commentato la vicenda Donnarumma: "Mi sarei augurato un comportamento diverso. Credo che Donnarumma debba molto al Milan, c'è un debito di gratitudine evidente nei confronti del club rossonero da parte del portiere".

 Gigio Donnarumma

Tanto ha fatto l'ingaggio monstre: "Comprendo le sue esigenze da professionista e che l'offerta del PSG fosse molto importante, però nella vita si possono fare anche altre scelte, come ha dimostrato Tonali che si è tagliato l'ingaggio perchè lui è felice al Milan".

Chiudendo, il giornalista ha lanciato un commento molto duro: "Ognuno è felice secondo i propri parametri, evidentemente Donnarumma, e lo dico senza voler offendere Gigio, teneva di più a quell'ingaggio milionario. E' un vero peccato perché per me Donnarumma è il miglior portiere al mondo".

La colpa è della società?

Cucchi ha poi analizzato la gestione della trattative dei due ex-Milan: "Sono convinto che i dirigenti del Milan si stiano comportando nel modo corretto. Siamo tutti consapevoli di essere in un momento difficile dal punto di vista economico e il Milan sta dimostrando di aver compreso prima di altri che servono fare dei sacrifici".

Giusta la decisione di non alzare gli stipendi: "E' importante avere una squadra competitiva, ma allo stesso tempo è altrettanto importante tenere d'occhio i bilanci. Purtroppo il calcio non è più quello di qualche anno fa, oggi non è più tempo di spendere troppo, quindi trovo saggi i comportamenti della dirigenza milanista".