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Ancora Abraham: “Uscire dal tunnel di San Siro ti mette i brividi”

Ancora Abraham: “Uscire dal tunnel di San Siro ti mette i brividi” - immagine 1
Tammy Abraham, attaccante del Milan, ha rilasciato alcune dichiarazioni raccontandosi a tutto tondo, dall'infortunio alle sue origini
Stefania Palminteri Redattore 

Tammy Abraham, attaccante del Milan, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista ai microfoni di 'Milan TV', nel corso del consueto appuntamento con il format 'Face Off', a cui vengono sottoposti i nuovo acquisti. Ecco, dunque, le sue parole.

Sulla sua principale dote: "Una caratteristica mia personale è l’essere stato determinato fin da piccolo. Ho sempre creduto nelle mie capacità, se potessi tornare indietro e parlare al me bambino gli direi: bravo! Mi piaceva parlare, scherzare con le persone perché la vita va vissuta ed io l’ho sempre amata".

Su Fikayo Tomori: "Tomori è un altro di cui potrei parlare per ore. Lo conosco da quando avevo 6 anni, siamo cresciuti insieme vivendo tantissime esperienze. Le nostre famiglie sono sempre state amiche, il solo fatto di arrivare entrambi in Premier League, venire in Serie A e giocare nello stesso club è un sogno che si avvera".

Sulle origini: "Ho origini nigeriane, il mio nome completo è: Kevin Oghenetega Tamaraebi Bakumo-Abraham. Sono cresciuto in una zona con molti nigeriani e conosco la cultura. Mia madre cucina spesso piatti tipici ed è bello inserirsi nel loro stile di vita".

Su San Siro: "Quando esci dal tunnel di San Siro ti vengono i brividi. Senti la musica, i tifosi, ti guardi intorno e pensi a quanto spettacolo sia racchiuso in un singolo stadio. Ho visto tante leggende segnare e calcare quel campo, adesso è arrivato il mio momento e spero di segnare tanti gol".

Sull'infortunio: "Quando guardo quella cicatrice sul ginocchio penso che ognuno attraversi situazioni diverse. Per me è stato un infortunio, altre persone affrontano difficoltà che possono avere un impatto decisivo nelle loro vite. È stata dura, mentirei se ti dicessi il contrario. Ho pianto spesso per il dolore, ma non puoi farci nulla. Mio figlio mi ha aiutato molto perché ho avuto la possibilità di stare a casa e dedicarmi a lui. Devo tornare in campo per dimostrare al mondo che sono tornato più forte di prima".