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Faivre, niente Milan. Ecco i motivi che hanno fatto naufragare la trattativa

Redazione Il Milanista

Il Milan ci ha provato fino a quando è stato possibile, ma Faivre non sarà indosserà la maglia rossonera. Ecco perché

di Valerio Barberi

Ultime battute di una campagna acquisti che fino ad ora ha dato ampie soddisfazioni ai rossoneri, Maldini e Massara hanno lavorato, e forse sono ancora al lavoro, per completare la rosa a disposizione di mister Stefano Pioli. Mancavano un trequartista e un mediano al Milan, sono arrivati Tiemoue Bakayoko dal Chelsea, mentre per Junior Messias manca solo l'ufficialità. A tutto questo poi va aggiunto anche Yacine Adli, che ha svolto le visite visite mediche con il club meneghino (il Milan verserà 8 milioni più due di bonus al Bordeaux), ma resterà un altro anno a giocare in Ligue 1 per poi raggiungere Milanello soltanto nella prossima estate. La formula del prestito però è quella che ha convinto i francesi ad aprire definitivamente al trasferimento del calciatore.

Faivre, l'offerta del Milan non è bastata

Se quindi questi dovrebbero essere gli ultimi 'squilli' del Diavolo sul mercato, ci sono però anche suggestioni che sono destinate a restare tali, almeno nell'immediato. Come Romain Faivre del Brest, il giocatore ha spinto per arrivare in Italia, non presentandosi per la gara di campionato della sua attuale squadra. Atteggiamento che ovviamente non è piaciuto al club francese. L'offerta presentata da Maldini e Massara non è bastata, anche in questo caso si ragionava su una cifra intorno ai 10 milioni di euro, bonus compresi, con il club meneghino che faceva leva sulla volontà del calciatore.

Ecco i motivi dello sto alla trattativa

Secondo quanto riportato da milannews, infatti, l'affare non si è concretizzato per volontà del Brest, che all'inizio aveva aperto alla cessione del calciatore, salvo poi ripensarci togliendolo dal mercato. Una mossa che ha lasciato spiazzato il Milan che quindi ha dovuto ripiegare su un altro obiettivo: Junior Messias del Crotone. Una questione interna alla società transalpina è stat quindi il motivo del dietrofront.