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Champions League
MILANO - Nel corso di un'intervista rilasciata ai microfoni del Daily Mirror, Rafael Benitez, ex allenatore del Liverpool, è tornato a parlare della rocambolesca finale di Champions League vinta nel 2005, allo stadio Atatürk di Istanbul, contro il Milan: "La gente parla di quella sera come se fossimo stati fortunati. Io non sono per nulla d'accordo, anche alla luce del bel percorso che abbiamo svolto. Il Milan era una grande squadre, aveva giocatori straordinari, ma noi sapevamo di potercela fare. Non eravamo arrivati fin lì per caso. Non dobbiamo dimenticare che nei quarti di finale abbiamo affrontato anche la Juventus, che era una squadra di alto livello, difficile da affrontare soprattutto dal punto di vista tattica. Tuttavia, più si andava avanti e più la fiducia cresceva. Abbiamo giocato anche contro il Chelsea: una delle squadre più forti d'Inghilterra e d'Europa in quel momento. La mia squadra, però, aveva tanta determinazione e non mollava mai".
Benitez, attraverso il tabloid inglese, ha raccontato anche la quarantena alla quale è stato sottoposto in Cina, a causa della pandemia da Covid-19, quando allenava il Dalian: "Quella che ho dovuto fare quando sono tornato in Inghilterra, rimanendo chiuso in casa, non è stata una vera quarantena. La quarantena vera è quando sei in un albergo, ti bussano alla porta alle sette di mattina, all'una di pomeriggio e poi ancora alle sette di sera e ti danno il cibo e le mascherine. Quando addosso hai un braccialetto col tuo nome e non puoi lasciare la stanza, perché sei sotto strettissima sorveglianza. Quella è una quarantena. Come passavo il tempo? Guardavo le partite, leggevo, passeggiavo dentro la stanza e facevo qualche esercizio fisico. La maggior parte dei canali TV è in lingua cinese. Il calcio internazionale lo vedi di tanto in tanto sui notiziari, ma se vuoi vedere le partite devi farlo con il computer".
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