Intervenuto poi ai microfoni di Milan Tv, Ibra ha dichiarato:
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Ibrahimovic: “Raiola mi ha detto che ero l’unico in grado di aiutare il Milan”
Promessa mantenuta: “Ho mantenuto la mia promessa, ho promesso a tutti che avremmo vinto. Qualcuno non ci credeva e qualcuno rideva, oggi siamo campioni d’Italia. È una soddisfazione incredibile. Quando lavori e ti succede non esiste emozione più grande. Ho fatto credere al mister che avremmo vinto e poi l’ho passato alla squadra. Sono stati tutti disponibili, sono i risultati frutto del sacrificio e del lavoro e della sofferenza. Con queste cose tutto è possibile”.
Emozione: "Sono felice per la squadra, mi sono attaccato a questa squadra con emozione. Tanti ragazzi differenti. Come ti alleni poi giochi le partite. A squadra sentiva un pilota, sono arrivato e abbiamo vinto”.
Su Leao: “Tutti sapevano che aveva un potenziale enorme. Ci ho provato in tutti i modi di farlo andare a 2000 all’ora tutti i giorni, ma la sua crescita non è grazie a me ma grazie a lui. Ha capito quanto è forte, devo fargli i complimenti. La mia paura su di lui è che capisca quanto forte è e quanto forte diventa dopo questo”.
Cambiamento personale: “È un altro Zlatan, con più esperienza che lavora più per gli altri. Due anni e mezzo fa sono arrivato qua, ho lasciato la mia famiglia in Svezia per aiutare il Milan e portare la gioia ai tifosi che ci supportano nel bene e nel male. Ho portato zero ego in questa avventura, è una soddisfazione incredibile. Quando hai un ritorno in quello che stai facendo è una cosa fantastica. Oggi siamo campioni d’Italia, una cosa in cui tanto non credevano”.
Cosa ti ha fatto innamorare del club rossonero: “Prima di tutto il presidente Berlusconi e il capo Galliani mi hanno ridato felicità dopo Barcellona e io ho voluto dare il più possibile in cambio. Il primo giorno a Milanello mi sentivo a casa, a Milanello non c’è fretta, non c’è orario per tornare a casa perché sei già a casa. Milano è come la mia seconda casa, è tutto al top, cosa devo dire? Tutto perfetto”.
Dedica: “A Mino Raiola, che purtroppo non c’è più. Il primo trofeo che vinco senza di lui, lui mi ha detto di tornare al Milan ed aiutare il club a tornare al top. Lo dedico a lui”.
Sul progetto: “Questo è un progetto totalmente differente dai tempi di Berlusconi, lui diceva un nome e quel nome arrivava. Tutti i i migliori al mondo li portavano al Milan. Questo è un progetto più lungo, più talentuoso. Quando è così devi lavorare in modo differente, devi creare un gruppo molto forte e vincere con tanto sacrificio e tanta sofferenza. Il gruppo è riuscito a fare tante cose. Poi il futuro dipende dal club. In Italia abbiamo fatto il massimo, in Europa ora abbiamo un po’ di esperienza. Non so cosa succederà col club, se è in vendita. Ma non è un mio problema: mi danno venti giocatori e un allenatore e inizia il mio lavoro. Forza Milan sempre!”.
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