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Gianluca Zambrotta, ex terzino del Milan
"Un derby tra squadre in crisi? Una flessione c'è stata, indubbiamente, ma credo che Pioli e Inzaghi abbiano ben chiari i problemi attuali di Milan e Inter. Penso che a questa partita arrivi meglio il Milan". Inizia così l'intervista dell'ex terzino rossonero Gianluca Zambrotta ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
Cosa glielo fa pensare? - "L'Inter sta accusando il calo che spesso capita alle squadre di Simone Inzaghi nella seconda parte della stagione. Era partita bene, ma ha permesso alle rivali di rientrare in campionato".
Dove si ferma la lotta scudetto? - "Adesso coinvolge cinque squadre. Non si può escludere nemmeno l'Atalanta, perché se vincesse la gara che deve recuperare aggancerebbe la Juve e sarebbero tutte racchiuse in 7 punti. Al massimo 8, visto che anche l'Inter ha una gara in meno".
Sette/otto punti da recuperare in classifica non sono troppi, con 27 giornate già andate in archivio? - "Guardi, in carriera mi è capitato di vincere scudetti in rimonta e anche di perderne uno quando ero a +9 a 8 turni dalla fine (nel 2000 con la Juve superata dalla Lazio, ndr).
Tutti dentro, dunque. Cosa sta frenando le due squadre milanesi? - "Il Milan ha perso ritmo e qualità tecnica, come ha sottolineato il suo allenatore. L'Inter è un po' appannata e il sorteggio così complicato in Champions League col Liverpool non ha aiutato".
Sacrificare Lukaku sull'altare del bilancio è stato un errore, visto il rendimento di Romelu al Chelsea e di Lautaro in nerazzurro? - "Col senno di poi sono bravi tutti. E poi non credo che il problema sia lì, perché comunque Dzeko ha già segnato 14 gol e retto il peso dell'attacco. È stato preso anche Correa, quando sta bene dà un valore aggiunto".
A proposito di protagonisti alle prese con guai fisici: quanto pesa l'assenza di Ibrahimovic nel Milan? - "Tanto, anche se la squadra sta imparando a fare a meno di lui, a 40 anni Zlatan va usato col contagocce. Però occhio, quando è in campo fa la differenza anche a quell'età".
Da esperto del settore terzini: le piace di più Hernandez o Gosens? - "Fatico a sceglierne uno, perché entrambi hanno le caratteristiche che piacciono a me. Spingono in fase offensiva, hanno personalità. Con Gosens ha fatto un grandissimo lavoro Gasperini; Theo ha ancora margine per crescere, e insieme a Leao forma una catena di sinistra formidabile".
È il portoghese l'uomo chiave del derby? - "Crea superiorità ed è difficile contenerlo nell'uno contro uno, sì. Può risolvere la partita in ogni momento. Più in generale, il Milan è una squadra giovane che ha già superato tanti esami di maturità... credo sia arrivato il momento di concretizzare".
Il Meazza - e forse anche l'area San Siro - sembrano avere i derby contati - "Capisco che nel calcio moderno sia necessario uno stadio di proprietà per competere coi top team europei a livello di ricavi. Però mi piacerebbe che ogni club avesse il proprio impianto".
Non le piace la coabitazione tra squadre della stessa città? - "Amo di più il modello della Premier League inglese. Ogni club ha la sua casa. Ci sono dei costi di costruzione, è vero, ma se lo fanno lì potremmo farlo anche qui".
Coppa Italia, campionato, ok. Ma sono settimane tese anche per la Nazionale. Torneremo al Mondiale? - "Spiace ritrovarci in questa situazione, l'Italia s'è complicata la vita con troppi pareggi. Restiamo positivi, ma guai a sottovalutare la partita con la Macedonia del Nord, non è solo un banale anticipo della finale dei playoff".
Uno dei sui ricordi azzurri più belli è legato all'Ucraina: Mondiale 2006, gran gol e assist, a lanciare una cavalcata che sarebbe proseguita fino a Berlino - "Oggi penso alla popolazione dell'Ucraina e mi chiedo come sia possibile parlare ancora di guerra nel 2022. Tutta la mia solidarietà e vicinanza alle persone che stanno vivendo giorni terribili, è un dramma inconcepibile".
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