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Walker: “Milan nuova sfida, volevo nuovi stimoli. Ho chiesto a Beckham…”

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Kyle Walker ha rilasciato un’intervista sul suo arrivo al Milan e sulla nuova avventura in rossonero. Ecco le sue dichiarazioni
Giulia Benedetti Redattore 

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Kyle Walker ha rilasciato un’intervista a GQ Italia nella quale ha parlato del suo arrivo al Milan.

Sul Fourth Kit del Milan: "Indossare una maglia così è un qualcosa di importante. Vuol dire che stiamo lanciando un segnale chiaro, che vogliamo più unità e più inclusione. Nell’epoca in cui viviamo, un’epoca in cui ogni giorno si verificano episodi di razzismo sui social network e non solo, è fondamentale che delle società importanti come il Milan si impegnino in tante iniziative di questo tipo. Perché non è mai abbastanza: questa nuova collezione sta uscendo nel Black History Month (il mese che celebra l'importanza delle persone e degli eventi lungo la diaspora africana, ndr), ma io sono convinto che sarebbe giusto raccontare certe vicende sempre, il più possibile. Per tutto l’anno, non solamente per trenta giorni".

Sulla sua carriera: "Devo ringraziare i miei genitori, in qualche modo la genetica mi ha aiutato ad avere e a poter sviluppare una certa prestanza fisica. Alla mia età continuo a giocare ad alti livelli e non è affatto una cosa scontata. Ricordo che da piccolo mi affacciavo alla finestra di casa e in lontananza potevo vedere lo stadio dello Sheffield United. Per me era un sogno giocare lì e ho fatto il possibile perché si realizzasse, a sette anni sono passato dal giocare in strada all’Academy della squadra per cui facevo il tifo, senza step intermedi. Poi con il lavoro sono riuscito a raggiungere l’obiettivo di arrivare in prima squadra. Da lì è iniziata una carriera che mi ha portato a raggiungerne molti altri, ma sempre con lo stesso modo di fare: guardando al prossimo passo, una partita per volta".

Sul Milan: "Sono stato accolto benissimo sotto tutti i punti di vista, e da parte mia credo che il Milan si stia muovendo nella direzione giusta. Poi c’è l’atmosfera di San Siro, che è davvero fantastica. L’ho sentita addosso soprattutto nel derby, purtroppo l’Inter ha pareggiato negli ultimi minuti ma per me è stato molto emozionante giocare subito una partita così importante".

Sull’andare al Milan: "Per me il Milan è una nuova sfida. Avevo bisogno di una scintilla, di riaccendere l'amore che ho per il calcio. Attenzione, non sto dicendo che avevo perso l’amore per il gioco. Ma dentro di me, ecco, sentivo il bisogno di costruirmi una nuova vita, di avere nuovi stimoli, nuovi avversari contro cui giocare. Poi è bello mettersi alla prova in un contesto completamente diverso”.

Sul calcio italiano: “In Italia, com'è giusto che sia, il gioco si vive in maniera differente rispetto a quanto avviene in Inghilterra, ma anche in Spagna, in Francia, in Germania. Qui c’è grande attenzione ai difensori e alla fase difensiva, i tifosi apprezzano i calciatori creativi ma anche quelli che riescono a fermare gli avversari. Una semplice vittoria per 1-0 può andar bene, per loro si può cominciare a costruire da lì. E in fondo hanno ragione, i tre punti in classifica sono la cosa di cui un giocatore e una squadra hanno più bisogno in assoluto".

Su Milano: "Ovviamente sono qui per giocare a calcio, ma so che a Milano c’è anche molto altro. Tra poco ci sarà la settimana della moda e per me sarebbe un’esperienza fantastica poter assistere a quello che avviene in città".

Sul numero 32: "Beckham mi ha mandato un messaggio quando sono arrivato al Milan, io gli ho risposto chiedendogli se non gli dispiaceva che io prendessi il numero di maglia (il 32, ndr) che ha indossato al Milan. Lui mi ha risposto: “Ma certo, per me è un onore, portalo con orgoglio”. Per me è stato importante, parliamo di un uomo che ha cambiato il calcio, che l’ha reso ciò che è oggi".

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