Tra i sogni di mercato per l'attacco del Milan c'è, tra i vari giocatori seguiti, Dusan Vlahovic. L'attaccante serbo, killer dei rossoneri nell'ultima uscita di campionato, ai microfoni del portale telegraf.rs. Ecco le sue parole.
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Vlahovic: “Ibra mi ha detto di non mollare. Ma non sono il suo erede”
Ai microfoni del portale telegraf.rs è intervenuto l'attaccante serbo della Fiorentina Dusan Vlahovic. Ecco le parole del serbo
Sulla vittoria contro il Milan -"La partita contro il Milan è stata da sogno, ma come in ogni lavoro, quello che è stato è già tutto dimenticato e la cosa più importante è quello che deve arrivare. Cerco di non seguire molto i media, ma in qualche modo loro riescono sempre a raggiungermi. O me li mandano i miei amici o lo vedo sui social. Devo continuare ad allenarmi ancora più duramente e con una voglia e una volontà ancora maggiori e spero di continuare così".
Sull'idolo Zlatan Ibrahimovic - "Zlatan mi ha detto in serbo ‘Non mollare, vai avanti‘ e mi ha scritto un messaggio nella nostra lingua sulla maglia. Ogni partita contro il Milan per me è speciale, perché tutti conoscono le storie su Ibrahimovic, che è il mio idolo. Sabato ho segnato i miei primi gol al Milan, ho vinto contro il Milan per la prima volta da quando gioco ed è un grande piacere. Il suo erede? Non mi sento il suo erede e penso che ognuno dovrebbe fare la sua strada. Lui è un grande campione, uno dei migliori attaccanti che abbia mai giocato a calcio ma devo fare ancora molto per avvicinarmi al suo livello. Cerco di avere un mio percorso, di lavorare di più su me stesso, di migliorarmi e di cercare di ottenere i migliori risultati”.
Sullo scambio di battute avuto con Ibra a fine partita - "Abbiamo parlato della scorsa stagione, poi sono andato nello spogliatoio del Milan e abbiamo scambiato due parole, mi ha dato la sua maglia e abbiamo fatto una foto. Me lo ha detto in quel momento in serbo: ‘Non mollare, vai avanti‘ e ha scritto quel messaggio nella nostra lingua sulla maglia, mi ha emozionato. Avevano perso e non volevo andare da lui, so cosa si prova quando si perde, non è piacevole e considerando che conosco tanti calciatori del Milan, non volevo disturbare nessuno".
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