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Valentini: “Pensavo che il flop di 4 anni fa potesse aprire gli occhi, invece…”

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Antonello Valentini, ex direttore generale della FIGC, ha parlato il giorno dopo la clamorosa eliminazione dell'Italia contro la Macedonia

Redazione Il Milanista

Antonello Valentini ha parlato e ha detto: "Nessuno pensi di scaricare tutto sulla Federazione e Mancini. Ci sono diversi correi, le responsabilità sono da dividere, quando Gravina parla di Nazionale che dà fastidio ai club dice una cosa sacrosanta".

Se la giornata di campionato andava rimandata

"L'Italia non avrebbe avuto la certezza di battere la Macedonia, l'equazione non è quella, però avrebbe dato più tempo a Mancini di lavorare. L'atteggiamento degli ultimi mesi è quello di una Nazionale vissuta come un fastidio. È circondata da disinteresse e diffidenza. I presidenti di A, i dirigenti, gli allenatori, nessuno si deve chiamare fuori da questa situazione che non penalizza soltanto la Nazionale, ma il nostro calcio".

Su cosa può essere cambiato

"I giocatori e i club già incassano dei premi per le presenze, la FIFA riconosce un tot per ogni presenza, mentre la Federazione ha un accordo con l'AIC per assegnare soldi che vengono ridistribuiti. È un problema di cultura sportiva e mentalità, pensavo che il flop di Russia 2018 potesse aprire gli occhi e risvegliare le coscienze a livello dirigenziale, invece la Lega di Serie A continua con un atteggiamento miope, legato solo a business e profitto".

Se è colpa del Decreto Crescita

"È una decisione sbagliatissima, per lo sport ma per il calcio in particolare. È controproducente, si va in una direzione opposta. Il Decreto Crescita ha l'obiettivo sacrosanto di recuperare cervelli in fuga per medicina, ricerca, tecnologia, ingegneria, innovazione. Bisognava escludere gli sportivi professionisti".

Un pensiero sulla partita di ieri

"Sono veramente incredulo per questa mancata qualificazione. Non meritavamo di perdere ieri sera, nel primo tempo è mancato il gol, la cosa più importante. Poi c'è stata una condizione di mancato coraggio, personalità, paura. Giocatori di una certa esperienza si sono persi al limite dell'area avversaria. Questo è il prezzo che paghiamo per una preparazione insufficiente, oltre all'invasione di stranieri. Nel campionato di A i selezionabili sono il 34%, per l'Under21 solo il 4%, in Primavera il 70% sono stranieri. Sono dati fondamentali di uno scenario molto doloroso e difficile". Queste le sue parole