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Stefano Pioli
Esattamente tre anni fa, il 10 ottobre 2019, Stefano Pioli è diventato l’allenatore del Milan. Chiamato a sostituire l’esonerato Marco Giampaolo, arrivò a Milanello e ordinò un doppio allenamento. Da quel giorno sono passati 1096 giorni e il tecnico ha realizzato una vera e propria rivoluzione nel mondo rossonero. Come ricorda la Gazzetta dello Sport oggi in edicola, la notizia non venne ben accolta dai tifosi meneghini, che accolsero l’attuale allenatore con l’hashtag #PioliOut. Dopo 157 weekend la situazione si è completamente ribaltata, con i supporters rossoneri che cantano ogni domenica il coro “Pioli is on fire”.
In questi tre anni Pioli ha svolto un lavoro silenzioso ma efficiente, in grado di riportare il Milan ai suoi livelli. Il suo esordio fu un 2-2 contro il Lecce, mentre l’ultima partita di Serie A si è conclusa sabato per due a zero contro i bianconeri. Un cambiamento non da poco, che ha permesso nel frattempo ai Diavoli di tornare a vincere lo Scudetto. Il Tricolore mancava da undici anni sulla sponda rossonera di Milano ed è stato conquistato proprio grazie alle idee di gioco del tecnico.
La forza di Pioli sta nell’aver creduto in giocatori semisconosciuti. Con lui è esploso ad esempio Theo Hernandez, che in precedenza faceva la riserva di Ricardo Rodriguez. Tuttavia il terzino francese non è stato il solo giocatore a esplodere grazie all’aiuto di Pioli. Non si può di certo dimenticare l’esplosione di Rafael Leao o quella di Tonali con Bennacer. Da ultimo c’è la grandissima stagione compiuta da Pierra Kalulu, in grado di difendere con onore la retroguardia rossonera. Ora Pioli ha la nuova missione di esaltare i nuovi arrivati Charles De Ketelaere e Yacine Adli. Nulla di impossibile per chi ha vinto sfide più difficili.
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