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Tonali: ” Svolta al Milan? Nelle prime due partite del secondo anno”

Lorenzo Focolari Redattore 
Sandro Tonali ha rilasciato una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio, nella quale ha ripercorso le tappe della sua esperienza al Milan

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Sandro Tonali ha rilasciato una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio. Il centrocampista de Newcastle, tra i vari argomenti, ha raccontato del suo arrivo al Milan, delle difficoltà iniziali e della sua evoluzione in rossonero.

Il suo arrivo al Milan: "Se devo essere sincero, quando il Milan mi ha comprato, arrivavo dall'ultimo anno di Brescia dove avevo un contratto da 200mila euro. Ho fatto un'estate dove non sapevo mai con chi avrei firmato, fino agli ultimi cinque giorni veramente non sapevo in quale squadra sarei andato".

Le difficoltà di adattamento: "Alla fine mi sono ritrovato al Milan, che è la squadra per cui ho sempre tifato fin da bambino, con un contratto da circa due milioni e mezzo di euro. Mi dissi: 'Ok, ce l'ho fatta, sono arrivato, basta. Che cosa devo fare? Più di così, cosa c'è?'. Poi io, che non venivo da una città o da una famiglia ricca, mi dicevo: 'Ok, basta, ora mi diverto, non penso più a niente'. E quindi ero un ragazzino di vent'anni che era a Milano con la fidanzata, che guadagnava un sacco di soldi, giocava nella sua squadra del cuore. Non avevo più obiettivi nella mia vita. E ho avuto difficoltà perché questi ragionamenti e pensieri che facevo fuori dal campo poi si rispecchiavano anche in campo".

Primo anno difficile: "Ma la gente non pretendeva le stesse cose che a Brescia. Ho cominciato in modo normale nelle prime partite, niente di che. Poi ho avuto il periodo in mezzo, che è stato quello di maggiore difficoltà, viste le tante partite, a cui non ero abituato. Noi giocavamo una volta a settimana a Brescia, e mi sono ritrovato a fare i preliminari di Europa League, Europa League, Coppa Italia, Serie A. Ero stravolto e quindi l'ho subita molto. Delle volte, durante quella stagione, preferivo non giocare. Quindi questo ti fa capire in quale momento ero. Se oggi non gioco una partita, la mia ragazza lo sa, è un delirio!".

La presa di coscienza e il secondo anno: "A fine stagione ci qualificammo in Champions e dissi: "Basta, adesso devo giocare", perché avevo fatto 37 partite, ma mai nessuna che ti faceva dire "Caz*o, che partita che ha fatto Tonali!". Dal secondo anno è cambiato un po' tutto. Sono andato in vacanza ed è stata un po' particolare perché non sapevamo ancora se il Milan mi avrebbe riscattato o meno. Sono rimasto a Brescia, sul lago, trascorrendo ogni giorno a guardare il telefono per 20 giorni. C'era quell'aria pesante. Non volevo lasciare il Milan e quella cosa lì mi pesava molto. Ci hanno chiamato e ci hanno detto: "Ok, però bisogna rinunciare, bisogna parlare". Credo di essermi tolto il momento di difficoltà nelle prime due partite della seconda stagione, che erano un po' un dentro o fuori. Della serie: o sei cambiato o ti releghiamo a quello che eri prima". Nel frattempo Ravezzani sgancia una bomba riguardo a Conte e il Milan...