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Thuram: “Razzismo, un problema culturale, ma essere neutrali lo legittima”

Lilian Thuram in azione con la maglia della Francia del 2002

Durante il programma di DAZN Linea Diletta è intervenuto l'ex difensore Lilian Thuram.

Redazione Il Milanista

Dopo aver appeso gli scarpini l'ex difensore di Monaco, Parma, Juventus e Barcellona Lilian Thuram si è inventato scrittore, diventato una figura di riferimento nella lotta al razzismo, attraverso i suoi libri e la sua fondazione.

Thuram è intervenuto sulle frequenze di DAZN, durante il programma "Linea Diletta" per parlare di razzismo. Ecco le sue parole:

SUL PROBLEMA DEL RAZZISMO A LIVELLO GLOBALE  - “Essere neutrali legittima il razzismo, c’è l’ipocrisia di non dire le cose. La maggior parte della gente sa che per il colore della pelle si è discriminati, tanti fanno vinta di non vedere. E mi da molto fastidio che a volte quando si discute che le cose  esistono, dicono che il razzista sei tu. Il razzismo, l’odio verso i neri, è un problema culturale, è un’abitudine. In Italia ti fanno il verso della scimmia. Voglio dire alle persone che il razzismo non è una cosa naturale. Dobbiamo lavorare per costruire un mondo migliore”.

SULLE DIFFICOLTA' CHE HA DOVUTO AFFRONTARE DURANTE LA SUA INFANZIA TRA GUADALUPE E L'ARRIVO IN FRANCIA - “Quando sono arrivato a Parigi i bambini mi chiamavano ‘sporco negro’, mia mamma mi ha detto che era normale. Non va bene, bisogna spiegare la storia. Quando spariva qualcosa nello spogliatoio, c’era il pregiudizio che fossimo stati noi neri. E allora una persona tende a scappare. Il razzismo è una trappola politica, non una cosa naturale”.

ORA E' UN'ICONA PER I GIOCATORI DELLA FRANCIA. E DOPO IL MONDIALE VINTO TUTTI L'HANNO OMAGGIATO -  “Dopo la finale del 2018 sono sceso in spogliatoio a salutare Deschamps e tutti i giocatori sono venuti ad abbracciarmi, mi sono commosso. Una persona è venuta a dirmi che io per loro sono più di un ex calciatore”.

SUL "TAKE A KNEE", OVVERO INGINOCCHIARSI PRIMA DEL MATCH -  “Quando ci si inginocchia, si sta dicendo che si è d’accordo nel denunciare la violenza”.