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Il nuovo stadio a Sesto San Giovanni: svelato il progetto

Redazione Il Milanista

Si fa sempre più concreta l’idea dello stadio di proprietà del Milan nell’area ex Falck di Sesto San Giovanni.

Si fa sempre più concreta l’idea dello stadio di proprietà del Milan nell’area ex Falck di Sesto San Giovanni, più precisamente vicino all’edificio T5 del comparto Concordia, dove sorgeva fino agli anni ’70 l’altoforno Tagliaferri che produceva ghisa. L’edificio, oggi abbandonato, nel nuovo progetto verrebbe mantenuto nella sua quasi interezza con una funzione precisa: servire da porta d’ingresso allo stadio.

Il progetto disegnato dall’archistar Norman Foster (lo stesso che ha disegnato l’area ex Falck e i suoi 24 ettari di parco) ha una forma ovale, completamente diversa dalla cattedrale di Populous. L’impianto dovrebbe essere di 60/70 mila posti. La parte restante dell’edificio servirebbe per sviluppare la parte commerciale e museale del progetto, in modo tale da renderlo attivo con servizi 7 giorni su 7. Lo scrive il Corriere della Sera – Milano.

Di Stefano: «Garantiamo tempi veloci»

Chiaramente chi spinge sull’acceleratore dell’operazione è Di Stefano che domenica sarà chiamato alla prova delle urne. «Sembrerebbe che il Piano B stia diventando il Piano A e noi ci speriamo con tutte le forze. Il confronto con i club ha portato le squadre a conoscere la realtà del nostro territorio che è collegato benissimo con il resto dell’area metropolitana: metrò, ferrovia, tangenziali, siamo vicini a Linate. Le squadre, o anche una sola, hanno bisogno di un nuovo stadio in tempi veloci per rimanere competitive a livello internazionale. Non hanno bisogno di perdere tempo su qualcosa di fumoso che non si sta concretizzando e rischia di crollare come un castello di sabbia».

Ogni riferimento al Comune di Milano è puramente voluto. Il dibattito pubblico, richiesto per legge, non è ancora partito. Da una parte si aspetta che le squadre presentino il dossier che recepisce le richieste del Comune, dall’altra che si chiuda la partita del bilancio preventivo. Fino a quel giorno non sarà possibile formalizzare l’incarico al coordinatore Andrea Pillon. A cascata, c’è il rischio di rimandare a dopo l’estate il dibattito, con un ulteriore slittamento dei tempi.