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Spalletti: “Basta Playstation in Nazionale! Niente teste di ca*** qui…”

Lorenzo Focolari Redattore 
Il commissario tecnico dell'Italia ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport, in cui ha spiegato l'importanza dei comportamenti

Luciano Spalletti è tornato a parlare in un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport. Il ct dell'Italia ha trattato diversi argomenti (qui le sue parole sul Milan). Tra questi, il tecnico si è soffermato sul motivo del divieto di usare la Playstation e sui valori importanti in Azzurro.

Lavoro, valori, applicazione, professionalità, rispetto dei ruoli: "Si parte da lì. Quella è la base su cui poi si deve aggiungere il talento. Maglia, valori, orgoglio, responsabilità: non sono parole che uso a caso, anche se qualcuno deve averlo pensato. Certi giocatori devono aver creduto che Spalletti abbaia e poi non ha i dentini. Invece si sbagliano e adesso ci sono delle cose che vanno messe in chiaro. Da qui in avanti le Playstation le lasciano a casa e non le portano più. Glielo invento io un giochino a cui pensare per distrarsi la notte. Vengono da me e gli do i compiti da fare la sera se non sono bastati quelli di giorno. Perché in Nazionale si sta sul pezzo, concentrati, non si cazzeggia. Ripeto lo slogan degli All Blacks, 'Niente teste di ca*** qui'".

Oltre alla Playstation ci sono i cellulari: "I cellulari devo sopportarli, ma non possono essere tenuti sul lettino dei massaggi e durante le cure. Ho parlato di videogiochi perché ci sono state cose che NON mi sono piaciute e il 'non' la prego di scriverlo in maiuscolo. Voglio far rivivere i raduni e i ritiri di un tempo: vecchie abitudini e atmosfere. Cose semplici e sane. E in questo Buffon mi aiuterà. Se la modernità è giocare alla Playstation fino alle 4 di mattina quando c'è la partita il giorno dopo, allora questa modernità non va bene. Viviamo in un mondo che incentiva poco il duro lavoro, il sudarsi le cose. I ragazzi di oggi preferiscono mettere una foto su Instagram con il capello fatto invece che abbassare la testa e pedalare. Questi non sono i valori che la mia Italia deve trasmettere. Si viene in Nazionale con gli occhi che ridono e con il cuore che batte e ci si sta come un branco di lupi che vanno in fila indiana per spingere il compagno davanti e non lasciare nessuno indietro. Gli italiani chiedono una Nazionale cazzuta e responsabile, solida e spavalda. Si viene in Nazionale per vincere l'Europeo non per vincere a Call of Duty".


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