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Adani
L’ex rossonero Serginho, ospite del canale Twitch di World Soccer Agency, ha elogiato Theo Hernandez e non solo. Ecco le sue parole:
Com’è nato il tuo passaggio al Milan? «Era il 1999, è passato un po’ di tempo. Io giocavo nel San Paolo, ho avuto l’interesse del Milan con Ariedo Braida. Braida è venuto in Brasile per vedere una partita e lì è nata la trattativa con Ariedo, Galliani e Berlusconi. Ho avuto la fortuna di arrivare in una delle squadre più forti del mondo in quel momento, il Milan. Io da bambino ero già un tifoso, vedevo le partite di Van Basten, Gullit, Rijkaard, Maldini. Dopo col passare del tempo ho avuto la fortuna di indossare la maglia del club più importante al mondo»
Sulla finale di Manchester del 2003 contro la Juventus e i rigori: «Lì era un momento molto delicato. La Champions era un desiderio di Berlusconi e Galliani. Mi sono preso una responsabilità importante. Arrivare in finale contro la Juve, il nostro avversario principale, era una situazione difficile. Arrivare sul dischetto del rigore… Mentre cammini in quei metri ti passa tutto per la testa: il lavoro che abbiamo fatto per arrivare lì, pensi ai milioni di tifosi che aspettano la vittoria della squadra. Se perdi la concentrazione hai meno possibilità di segnare. Mi ero preparato per quel momento. Meno male che ho fatto gol, per me rigorista era più difficile: dovevo dare tranuillità a chi avrebbe tirato dopo»
Sul famoso Derby vinto 6-0: «Quella è una partita storica. Nessuno credeva che il nostro Milan, che era in un momento molto delicato, potesse vincere un derby per 6-0. È una partita che secondo me rimarrà nella storia per tanti anni. Sono passati più di 20 anni e si parla ancora di questo 6-0. Già vincere un derby in modo normale è una grandissima soddisfazione, quindi immagina vincerlo 6-0»
Sullo scudetto appena vinto dai rossoneri: «Ad inizio anno era difficile immaginare che il Milan potesse vincere lo scudetto. Nessuno credeva molto che il Milan avesse questa possibilità. Dopo 11 anni senza una vittoria importante è stato un grande piacere, mi ha fatto molto piacere vedere il Milan tornare in alto. Una squadra così importante non può rimanere tanto tempo senza vincere. Il nostro è un DNA vincente. È stato uno degli scudetti più importanti della storia rossonera»
Che aspettative hai per il Milan del prossimo anno? «La Champions è un torneo su cui il Milan ha sempre puntato. È importante capire cosa voglia fare la nuova proprietà, sono appena arrivati. Bisogna vedere se è un fondo d’investimento che punta al business o se è un fondo d’investimento che vuole creare un Milan vincente. Mi auguro che vogliano fare un Milan forte e protagonista anche in Champions. Il Milan quindi ha bisogno di acquisti importanti per diventare protagonista non solo in Italia ma anche in Europa»
Qual è stato il giocatore più forte con cui hai avuto la possibilità di giocare? «È una domanda difficile. Io ho giocato con tutti i giocatori più forti del mondo nel loro ruolo, però chiaramente quello che mi ha impressionato di più è stato Ronaldo il fenomeno, era di un altro pianeta»
C’è un calciatore che ti ricorda te stesso? «Mi piace Theo, è uno che mi fa ricordare un po’ me. È uno aggressivo, è uno a cui piace tirare in porta, crea. Ogni tanto sbaglia in difesa, ma è normale. Credo che non abbia ancora trovato il suo equilibrio, è ancora giovane e sicuramente lo troverà. Diventerà il prima possibile il terzino più forte del mondo»
Kaká, Seedorf o Pirlo. Chi era il più forte? «Domanda molto cattiva. Sono tre giocatori con caratteristiche diverse. Kaká è un fenomeno, Seedorf spettacolare, Andrea pure. Punto su chi ha vinto il Pallone d’Oro, quindi Kaká. Poi c’è Seedorf che ha vinto 4 Champions, Andrea ha vinto il Mondiale… È difficile. Ma se devo puntare su uno dico Kaká perché è brasiliano ed è mio amico. Ma anche gli altri due sono fenomeni. Andrea per me è uno dei calciatori più forti del calcio italiano, Seedorf tra i più forti del calcio mondiale. Non si possono discutere»
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