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Clarence Seedorf, ex centrocampista e allenatore del Milan
MILANO - L'ex centrocampista di Milan e Inter Clarence Seedorf è intervenuto sul canale Twitch rossonero "AC Milan Talk" per parlar del derby di questo pomeriggio
Dove sei Clarence? - "Sono ad Abu Dhabi".
Continui la tradizione dei rossoneri capi di stato - "Più che menti superiori queste cose partono dal cuore. Dobbiamo usare la nostra posizione per avere un impatto positivo sugli altri".
Stai seguendo Milan e Inter? - "Dalla distanza seguo. Entrambe le squadre hanno fatto un anno davvero ottimo, ora al Milan c'è questa chiarezza a livello societario che si cercava da tempo. È importante per dare solidità".
Sulla mentalità - "Tutti quanti possono crescere a livello personale. La personalità c'è chi ce l'ha di più e chi di meno, ma il tutto parte dalla società, dall'allenatore e dai leader: tutto questo serve a creare una personalità di squadra. Sono sempre convinto che ogni squadra ha un gruppo di giocatori che può trasmettere forza e mentalità. È una delle cose che nel tempo il Milan aveva perso un po', ma negli ultimi anni si è ritrovata la mentalità giusta e la convinzione. Anche se non arrivano i risultati devi avere la capacità di continuare a crederci".
La preparazione mentale e fisica per affrontare un derby è diversa rispetto ad una partita normale? "Richiede energie speciali, ti trovi davanti una squadra super motivata con giocatori di una certa importanza e qualità che ti chiede di tirare il meglio da te stesso. A livello emotivo è più impegnativo".
Un ricordo del derby vinto 3-0 nel 2010/11? - "Il derby è così intenso tante volte che tante cose non rimangono così chiare. Ti rimane qualche giocata speciale ma vivi quel momento così intensamente che non rimangono tanti ricordi. Ad esempio la prima Champions che ho vinto con l'Ajax non la ricordo bene. La tensione è così tanta che non ti rimane tutto. È come un film veloce, te lo sei goduto e ti rimane nel cuore. Sono partite speciali".
Com'è cambiato il calcio negli ultimi 10 anni? "Il calcio non cambia, ci sono delle interpretazioni diversi da parte degli allenatori. Ci sono cose positive, c'è uno spirito in generale di fare più gol e creare più gol. Una cosa meno positiva è che alcune squadre vogliono giocare per forza dal portiere, questo mette in difficoltà la squadra e può rovinare la partita. Non bisogna prendere questo rischio, il prezzo che paghi è troppo alto. Sta ai giocatori scegliere in base al momento, anche andando contro le richieste dell'allenatore. Torniamo al discorso dei leader che devono saper interpretare anche i momenti della partita".
Che ne pensi di Kessié? - "Sta facendo molto bene, mi fa piacere la sua crescita negli anni. Non lo conosco personalmente ma mi sembra uno che in campo da tutto se stesso. È cresciuto parecchio da quando è arrivato al Milan, e quest'anno ha trovato il suo equilibrio anche grazie ad un ottimo allenatore. È importante per un talento avere un equilibrio dentro e fuori dal campo"
Sul derby in rimonta vinto per 3-2 - "Una delle partite che ci ha fatto molto piacere vincere, in un momento importante della stagione. Poi anche il derby in Champions. Se devo ricordarmi di un gol in particolare parlerei di quella partita. Ci ha insegnato tante cose. Serve anche la fortuna. La fortuna va a chi ci crede di più. È stata una combinazione di questi aspetti".
Su Ibra - "Devo fare solo i complimenti a Ibra. Si è preso una bella responsabilità. Lo vedo cresciuto, meno male (ride, ndr). Lo vedo molto maturo e capace di far crescere anche gli altri, una cosa che speravo potesse fare. Non serve parlare di Ibra, uno dei migliori talenti degli ultimi 20 anni. Nella capacità di far crescere i compagni lo vedo molto cresciuto, gli auguro di poter giocare ancora tanti anni. È un professionista esemplare, non mi sorprende il suo impatto sulla squadra. È facile farsi entrare dentro la sua energia. Sono cresciuti tutti, sono molto contento di questi".
Sul derby vinto da allenatore - "Non si vinceva da un po' (ride, ndr). Siamo stati bravi, in quella partita abbiamo cambiato modulo per sorprendere Mazzarri e avere il controllo a centrocampo. Sono contento di aver vissuto un momento importante nel derby anche da allenatore".
Su Donnarumma - "Come per Ibra, che cosa devo dire? Quando c'è il talento poi ci sono altri aspetti che cominciano a contare. Sono chiare a tutti le sue capacità. Contano le scelte, come cresci come leader, come puoi portare ancora più alto il club. Il Milan deve per forza, per DNA, per storia, ambire al massimo. Oggi più che mai c'è la possibilità di essere competitivi, non ci sono scuse".
Un ricordo di Milanello - "Non potrei scegliere, 10 anni sono tanti. Sono stati anni vissuti col cuore, posso solamente dire che ho una casa a Milanello. Ho vissuto un periodo meraviglioso, tirare fuori una sola cosa è impossibile. È stato molto bello e intenso, ho lasciato bei ricordi e amicizie. Quando lasci e rimangono ottimi rapporti con le persone è una cosa buona. Un abbraccio a tutti i tifosi e forza Milan".
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