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Sacchi: “Quando arrivai al Milan, Berlusconi convocò la squadra e…”

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan
Arrigo Sacchi ha raccontato di quando giunse al Milan e del discorso fatto dal presidente Berlusconi alla squadra
Giulia Benedetti Redattore 

L’ex storico allenatore del Milan e della Nazionale Italiana Arrigo Sacchi è intervenuto in occasione della Milano Football Week, talk show organizzato dalla Gazzetta Dello Sport. L’ex allenatore ha parlato dell’importanza della gestione di un gruppo e dell’intera squadra.

Sul club: "Nel calcio italiano chi è che conta? Il club viene prima della squadra, che viene prima del singolo. Il calcio è un gioco di undici, non puoi averne uno-due che non partecipano. Perché se non partecipano non sono bravi. Servono giocatori affidabili, con loro non sbagli. Però devi avere l’appoggio del club. Penso alla Juve: se Giuntoli ha fatto la guerra ad Allegri (come ha detto Capello sempre sul palco, ndr), ha sbagliato. Si possono avere idee diverse, ma non uno che dice il contrario dell’altro”.

Sull’appoggio ricevuto da Berlusconi: “Io ero un signor nessuno, quando venni al Milan. Le mie squadre non sono mai partite forti, perché cercavo di fare cose che non conoscevano. Berlusconi fece un intervento di 27 secondi: mi chiese se avevo bisogno, dissi di sì, venne a Milanello e fece salire tutti, dicendo di avere fiducia totale in me. Sa quante partite abbiamo perso dopo? Zero. Ne abbiamo persa una a tavolino perché un mio omonimo buttò un petardo: siccome nelle commedie siamo forti, il portiere avversario si buttò a terra”.