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MILANO - Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport è intervenuto Gianluca Rocchi, ovvero il prescelto da Rizzoli per fare da raccordo tra arbitri e i club di Serie A. Ecco cosa ha detto: "Cercavo un modo per trasferire qualcosa dal mondo del calcio a quello degli arbitri attraverso la comunicazione, perché credo che siamo un po’ carenti da questo punto di vista. Ne ho parlato con Rizzoli e con il presidente federale Gravina. La mia idea è capire ad esempio su un episodio su cui la commissione ha deciso una linea di intervento se questa trova o meno riscontro nelle squadre. Quando un episodio lo spieghi per come è nato, per come lo hai vissuto e sofferto, con trasparenza, tutti ti accettano con più facilità. Se lo lasci nel dubbio chiunque può dire la sua e tutti possono avere ragione o torto. C’è ancora qualche carenza nella conoscenza del regolamento, ma mi hanno sorpreso la partecipazione e l’educazione di tutti: ho fatto incontri ininterrotti di diverse ore, significa che parli a persone che ti ascoltano. Quando deve intervenire il VAR? La risposta sarebbe facilissima leggendo il protocollo: quando c’è un 'chiaro ed evidente errore'. Ma in queste quattro parole c’è tutta la difficoltà che un VAR può trovare nel suggerire una review perché è talmente soggettivo il 'chiaro ed evidente errore'. Dubbi iniziali sul VAR? Sì avevo dei dubbi. E mi sono passati tutti dopo qualche settimana: andai a fare un Roma-Lazio. Capitò un episodio e grazie al VAR riuscii a cambiarlo: quella sera pensai a quanto fondamentale fosse quello strumento. Possibilità di spiegare gli episodi al pubblico? Vorrei creare un appuntamento fisso, non so in che cadenza ancora. In Bundesliga usano Twitter: è un’idea positiva, per noi sarà fondamentale avere la sala VAR a Coverciano e mi auguro arrivi il prima possibile: sarà una location fondamentale dove lavorare tutti insieme e dove rispondere ai quesiti".
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