Gianni Rivera continua la sua battaglia nelle aule del Tribunale di Strasburgo, dove si decide sulla tutela del diritto internazionale e delle libertà fondamentali. Nello specifico il Golden Boy del calcio italiano mette sotto accusa il Museo di San Siro, che espone maglie e cimeli che lo celebrano. Queste le sue dichiarazioni al Corriere della Sera: “La Cassazione dice il Museo di San San Siro che ospita maglie e cimeli dei calciatori di Milan e Inter, quindi anche i miei, ha finalità didattiche ed educative: serve a far conoscere la Storia del club e i suoi protagonisti. Quindi niente ci è dovuto”.
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Rivera: “Miei cimeli nel Museo San Siro senza nessun diritto d’immagine”
Ma non è così: “Il diritto di usare l’immagine altrui può cedere il passo a iniziative che abbiano valore storico o culturale ma non può certo essere una scusa per fare soldi con cose che non ti appartengono”.
Sulla Cassazione che dice che il prezzo del biglietto è modesto ed è giustificato dalla copertura dei costi: “Non è così. L’utilizzazione è libera solo se non c’è scopo di lucro, non può quindi essere considerata un’iniziativa didattica se c’è beneficio commerciale, considerando che il Museo è attrattiva a pagamento dello stadio, quindi inserita in un sistema commerciale più grande”.
Se Rivera ce l’ha con il Milan: “Proprio no. Ce l’ho con tutti quelli che speculano su noi calciatori di ieri pensando di poter fare sempre quello che vogliono, per tutti i grandi campioni del passato usati a piacimento dal marketing di ieri e di oggi. La mia è una battaglia anche per i Mazzola, i Riva, i Boninsegna”.
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