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Claudio Ranieri, allenatore della Sampdoria
Claudio Ranieri è in Inghilterra come dichiarato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport: "Ero andato a Leicester per la bella commemorazione del presidente Vichai, che morì nel 2018 in un incidente con l’elicottero. Poi ne ho approfittato per andare a Londra, dove ho visto Tottenham-Newcastle, salutando anche il mio amico Conte", ma nonostante si trovi oltremanica l'ex allenatore di Roma e Chelsea ha parlato ai microfoni della rosea. Ecco le sue parole:
Anche per lei il calcio è un antidoto alle ansie della guerra? - "Solo per un po’, perché poi si torna coi piedi per terra quando vedi cose incredibili".
Sorpreso di vedere il "suo" presidente Abramovich mediatore di pace? - "Lo hanno voluto sia Zelensky che Putin. Segno che è senz’altro un uomo di ottime qualità".
Le hanno anche quelle che lottano per lo scudetto, ma restano solo in tre, vero? - "Sì, la Juve è fuori. Dovrebbe accadere un cataclisma perché torni in corsa. D’altronde lo ha detto anche Allegri, che comunque sono convinto farà spingere i suoi fino alla fine".
Quanto possono pesare psicologicamente i successi di Bergamo e Torino per Napoli e Inter, alla luce del pari interno del Milan con il Bologna? - "Daranno maggiore fiducia a chi insegue, ma credo di dover usare una frase fatta: da qui al termine saranno davvero tutte finali, tenendo conto che il Milan resta padrone del proprio destino. È vero che ieri ha pareggiato in casa contro il Bologna, ma ha creato tante occasioni".
Parliamo di estetica. In certi momenti della stagione ha avuto qualcosa in più il Milan, poi l’Inter ora il Napoli. Su quel fronte, chi sta meritando più? - "Forse Milan e Napoli ora hanno qualcosa in più sotto questo punto di vista. Guardi: io, oltre a essere “allegriano”, ho enorme stima per Inzaghi, a cui a inizio stagione, con le cessioni importanti che aveva dovuto gestire, non era stato dato molto credito".
Pioli lei l’ha avuto come giocatore: aveva le stimmate del futuro tecnico? - "L’ho allenato per due anni, ma allora era difficile prevedere qualcosa su tutti. Stefano era bravo e molto serio. Ecco, ci sono giocatori a cui tu devi spiegare un concetto dieci volte e poi magari lo sbaglia lo stesso, mentre a lui bastava una volta e già sapeva metterlo in pratica".
Pioli, Spalletti e Inzaghi non hanno mai vinto scudetti: avrebbe aiutato aver fatto questa esperienza? - "Detto che Luciano ha vinto il campionato in Russia, qualcosa avrebbe potuto pesare, però adesso conta ciò che la squadra riesce a recepire. Gli alti e bassi sono capitati a tutti. C’è da dire che magari Spalletti è stato già abituato a guidare squadre forti — penso alla Roma — mentre Inzaghi e Pioli in questo senso hanno un po’ meno esperienza".
Vediamo che cosa può aiutare ciascuna squadra nello sprint. Il Milan può pensare a Ibrahimovic come asso nella manica? - "Un asso sulla panca... Zlatan adesso è una specie di capitano non giocatore, ma quando ritornerà in condizione riprenderà subito il proprio spazio".
Il Napoli può contare anche sul fatto che Inter e Milan dovranno giocare in Coppa Italia? - "Certo. In questa fase tutto può contare. Infortuni, squalifiche e naturalmente la fortuna".
L’Inter, invece, le sembra avere un calendario più facile? - "Non sono d’accordo. In una volata di facile non c’è più niente".
Addii sicuri e probabili. Le situazioni di Kessie, Insigne, Vidal e altri potrebbero zavorrare psicologicamente le squadre? - "Per niente. Anzi, chi andrà via vorrà dare il meglio di sé. Si ricordi di Brady e del rigore scudetto segnato nel 1982, pur sapendo di essere ceduto".
Quali possono essere gli uomini decisivi per il titolo? - "Avendo il supporto della squadra, il peso tocca agli attaccanti, che devono fare gol. Quindi la responsabilità è su Osimhen, Giroud e Dzeko. Il primo ha l’entusiasmo della gioventù e sta facendo molto bene. Il francese mi piace molto. La sua stagione è positiva e ha segnato gol pesanti. E a proposito di esperienza, occhio a Dzeko. Ha tutto quello che serve per vincere".
Se dovesse puntare un euro, su chi giocherebbe? - "Mai puntare. Lo chiede proprio a me che ho vinto con il Leicester a cui nessuno credeva?".
A proposito di Leicester, in semifinale di Conference ci sono altissime probabilità di vedere una sfida contro la Roma. Lei per chi tifa? - "Ma è ovvio: io resto sempre romano e romanista".
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