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L'ex portiere del Milan, Gigio Donnnarumma, eroe degli Europei vinti dalla Nazionale di Roberto Mancini a Wembley appena lo scorso 11 luglio, a sorpresa, tornato nella "sua" Milano ha dovuto fare i conti con la durissima contestazione dei suoi ex tifosi. Una contestazione annunciata, ma forse più dura di quanto aveva previsto lo stesso 21enne di Castellammare di Stabia. Dopo lo striscione appeso davanti all'hotel degli azzurri alla vigilia della partita di Nations League ("Uomo di m***a") e quello a San Siro ("Non sei il benvenuto"), le bordate di fischi piovutegli sulla testa durante la gara contro la Spagna hanno inevitabilmente messo in crisi la sua tranquillità.
Mino Raiola, agente di Gigio Donnarumma, ha commentato così al Corriere dello Sport i fischi all'ex portiere rossonero durante Italia-Spagna: "Sono disgustato dai fischi a Gigio, e adesso mi chiedo perché il Milan non sia intervenuto ufficialmente per prendere le distanze dalla contestazione, per difenderlo in qualche modo, dopo che su un ponte di Milano è comparso quell’ignobile striscione. Vogliamo parlare delle minacce? Ha per caso ammazzato qualcuno? Non mi risulta. La verità è che il Milan non ha saputo o potuto tenerlo, non fa molta differenza... Prova a chiedere a chiunque, se padre, cosa avrebbe consigliato al proprio figlio: restare al Milan o andare al Paris Saint Germain?".
L'unico a non parlare dunque è stato proprio il diretto interessato: Gigio Donnarumma. In realtà l'ex rossonero si è esposto, sui social, ma non toccando minimamente l'argomento fischi e striscioni: "Non è andata come volevamo - scrive Gigio su Instagram -, ma ce l’abbiamo messa tutta. Lo spirito e l’impegno sono quelli che sempre ci accompagnano quando indossiamo i colori del nostro Paese. A testa alta verso i prossimi obiettivi".
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