Umberto Calcagno, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, ha parlato a margine dell'Assemblea AIC. Il presidente ha parlato delle cinque italiane in semifinale in Europa, tra cui c'è anche il Milan. Le sue parole: "È una cosa molto positiva. Bisogna augurarsi che non sia una casualità ma che le nostre squadre possano competere come in passato anche in un futuro non molto lontano. Ne abbiamo parlato, l'ultima volta che il nostro calcio era stato in questa situazione aveva ben altri fatturati. E soprattutto la Serie A aveva un rapporto fra selezionabili e stranieri opposto rispetto a quello odierno: Lippi ad esempio poteva contare sul 70% di calciatori italiani in Serie A, oggi abbiamo il 65% di stranieri".
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Presidente AIC: “Speriamo che l’exploit in Europa non sia una casualità”
Calcagno ha proseguito: "Non è una battaglia allo straniero, non ci appartiene culturalmente, ma ci siamo confrontati sulla necessità di rivedere tutta la filiera federale. La vera riforma che si aspetta il nostro sistema è tecnico-sportiva, non nei format o nella riduzione delle squadre".
Sulla vicenda della Juventus: "Credo che non si debba commentare la situazione. Non sono solito prendere posizioni quando c'è di mezzo la giustizia sportiva. Sono sicuro che la professionalità delle persone coinvolte sia la garanzia migliore".
Il fronte delle riforme: "Io credo che le seconde squadre, la riorganizzazione delle mission di Serie B e C, i formati nelle liste di Serie A e Primavera, dove abbiamo un minutaggio degli stranieri superiore al 30%, dica che dobbiamo intervenire dove è possibile. Dobbiamo allargare la base del nostro movimento, promuovere lo sport: siamo una componente federale che deve stimolare. La vera riforma non sono le squadre professionistiche che ci saranno, ma le norme. Bisogna averne di certe, più severe di oggi per l'iscrizione al campionato, avere un progetto tecnico-sportivo che rilanci il nostro mondo".
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