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Gabriele Gravina
In esclusiva a TMW Radio ha parlato Massimo Piscedda che ha detto: "Onestamente, io non abbinerei la mancata qualificazione ai Mondiali con un eventuale problema settori giovanili. Altrimenti, avremmo dovuto parlarne al contrario quando abbiamo vinto gli Europei. Detto questo, i problemi ci sono e ci sono sempre stati. Ci sono società che ci credono e investono: pagano strutture, pagano e formano i tecnici. E altre che non lo fanno".
"Beh, il timore c'è sempre stato. Vede, noi non comprendiamo che un ragazzo di 17-18 anni possa giocare in Serie A. Altri Paesi lo fanno, li lanciano e li mettono in difficoltà, noi meno. In Italia il 23enne arriva in Under 21, in altri Paesi è già tra i grandi. In Italia c'è un bacino enorme di talenti. I problemi sono due. Vanno riconosciuti: per farlo ci vuole competenza. E per avere competenza si devono scegliere dirigenti bravi. Così come gli allenatori, nel settore giovanile: il loro obiettivo deve essere migliorare il capitale umano che hanno a disposizione".
"Il campionato Primavera è o dovrebbe essere l'espressione massima di un torneo giovanile. Il punto massimo per un ragazzo è fare bene in Primavera, per poi confrontarsi con i professionisti. Che, intendiamoci, sono un altro mondo. C'è bisogno di carattere, di professionalità, servono tanti elementi. Ma io dico sempre che il ragazzo, anche se bravissimo, quando esce dalla Primavera deve ancora iniziare a giocare".
"Quello che dice Gravina è giustissimo di per sé. Io aggiungo una cosa: servono giovani bravi, che siano italiani o stranieri, a prescindere dal discorso sullo ius soli. Negli ultimi anni c'è stata un'imbarcata di tanti ragazzi stranieri che non ti hanno alzato la qualità della squadra".
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