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Stefano Pioli, tecnico del Milan, accanto a Pippo Inzaghi, allenatore del Benevento
Ospite a Sky Sport, Filippo Inzaghi è intervenuto nello studio televisivo del programma “Sky Calcio Club” con Fabio Caressa e i suoi ospiti. Di seguito, tutte le dichiarazioni di “Pippo”, ex numero 9 del Milan.
Sull’esperienza da allenatore rossonero: “Quell’anno è stato fondamentale per capire che potevo fare questo mestiere. Al di là che col Milan fino a gennaio eravamo anche nei primi 3 posti. Giocavamo un calcio che non è da Milan, ma non avevamo la squadra… Infatti negli anni, anche con qualche acquisto, si è fatta molta fatica. In un anno intero nessun giocatore mi ha mai mancato di rispetto. Per come è andata e per aver deluso i tifosi ci sono stato male, anche perché per me il Milan è la vita. Io ci ho provato, ma da lì ho capito che questo lavoro mi piaceva e mi divertivo. Ripartire dalla C poi va bene, la categoria a me interessa poco”.
Sugli attaccanti: “Puoi fare tanti gol, anche 300 come me. Ma poi devono essere anche decisivi”.
Inzaghi si toglie anche un sassolino dalla scarpa: “Galliani mi dice che probabilmente gli italiani non mi hanno mai riconosciuto abbastanza. Effettivamente ho fatto 2 gol ad Atene, 2 a Yokohama e uno a Montecarlo nello stesso anno (finale di Champions, Mondiale per Club e Supercoppa Europea, ndr). Però questa cosa, cioè che si è sempre fatto fatica a esaltarmi, mi ha sempre dato grande forza. Fastidio? No, sicuramente c’erano giocatori più belli da vedere di me. Questa cosa mi ha sempre dato fame e voglia di dimostrare che qualcuno sbagliava. Capisco che agli esteti potessi non piacere, ma il lavoro quotidiano deve essere riconosciuto. Dava quasi fastidio che uno come me potesse fare tutti quei gol. La critica non è mai stata benevola nei miei confronti. Non ero né Ronaldinho né Del Piero, però quel che ho fatto l’ho fatto per passione e lavoro, ce l’ho messa tutta. È questo il messaggio da far passare”.
Infine, sulla maledizione del numero 9 e Giroud: “Bisogna ammettere che in quegli anni non è stato il Milan di prima… Giroud è molto intelligente. Benzema con la Francia avrebbe giocato più fuori dall’area, invece la presenza dentro l’area dà giovamento. A lui e alla squadra”.
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