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Giuseppe Pancaro
Come ha visto il Milan nel derby? - “La grande qualità del Milan è stata quella che nonostante nel primo tempo l’Inter avesse il pallino del gioco, è rimasto in partita e al momento giusto è riuscito a ribaltarla con grande determinazione e grande voglia. Si vedeva che c’era la volontà di fare di tutto per cercare di portare a casa questa partita perché era una sfida per riaprire il discorso scudetto. Con una sconfitta i giochi si sarebbero complicati per il Milan, invece adesso con questo successo si riapre completamente tutto. Secondo me da qui alla fine assisteremo a una bella volata scudetto”.
Il Napoli è in corsa per il titolo a questo punto? - “Potrebbe esserlo, anche se così a sensazione, Inter a Milan mi pare abbiano qualcosa in più rispetto ai partenopei”.
Si entra nella fase clou della stagione. È un vantaggio per il Milan non essere più impegnato in Champions League o in Europe League?- “Assolutamente sì. Premesso che, a una grande squadra come il Milan le coppe europee conferiscono prestigio, una volta che vieni eliminato, hai sicuramente il vantaggio di poter preparare le partite di campionato avendo a disposizione una settimana ‘tipo’, spendendo meno energie sia a livello mentale che fisico rispetto a chi deve giocare ogni tre giorni. Quindi sicuramente potrebbe essere un vantaggio”.
Secondo lei la società perché non è intervenuta sul mercato a gennaio per allungare la rosa come hanno fatto le dirette rivali, Juventus e Inter in particolare? - “Penso che la società e Paolo Maldini stiano facendo un lavoro straordinario perché il Milan in questo momento non ha la disponibilità economica della Juventus – che si è potuta permettere di prendere Dusan Vlahovic e Denis Zakaria – e dell’Inter. Stanno facendo un ottimo lavoro in base a quelle che sono le possibilità economiche del club. Questo è un aspetto che va sottolineato. Il Milan sta competendo con l’Inter per vincere lo scudetto avendo molta meno disponibilità economica. Questo è sicuramente figlio di una programmazione fatta bene e di idee. Bisogna fare i complimenti alla società e a Maldini”.
Lei ha giocato con Maldini…che persona è? E che dirigente è? - “Stiamo parlando di un uomo straordinario, una persona molto intelligente con dei valori umani importanti. A livello di giocatore lasciamo stare, è una leggenda. Quello che ha fatto rimarrà nella storia e lo dicono i numeri. Come dirigente si è rimesso in gioco. Ha fatto qualche anno di apprendistato e oggi secondo me è uno dei migliori in Italia e in Europa”.
Cosa ne pensa della problematica rinnovi di contratto che sta riguardando i rossoneri nelle ultime sessioni di mercato? - “Io penso che l’unico problema che ha il Milan è che non può competere a livello economico con quelli che in questo momento storico sono i top club europei. Se a Franck Kessié arriva uno di questi club e gli offre un contratto faraonico che il Diavolo non può permettersi, puoi farci poco. Per quanto riguarda il resto si stanno muovendo benissimo, anche con i tempi giusti. Se ti trovi a battagliare con chi ha molti più soldi di te, diventa difficile competere”.
Cosa è cambiato al riguardo rispetto ai suoi tempi? - “È cambiata la disponibilità economica e la voglia di investire che ai tempi Silvio Berlusconi aveva. In quegli anni il presidente si poteva permettere di fare offerte più alte rispetto ad altri club, non avendo problemi economici. Il Milan ai tempi era forse la squadra con il monte ingaggi più alto in Italia. Oggi questo, da quello che ho letto più volte sui giornali, non è più possibile, e dunque bisogna sopperire con le idee. Detto ciò, i risultati che stanno ottenendo, hanno anche un valore maggiore. Ti dico però, essendo stato al Milan e avendo frequentato Milanello, quando hai la fortuna di trovarti lì e conoscere il ‘Mondo Milan’, fai fatica ad andare via. Al Milan si sta bene sotto tutti i punti di vista”.
Conserva dei buoni ricordi della sua esperienza ai tempi di Carlo Ancelotti allenatore? - “Conservo dei ricordi splendidi. Sono stati due anni belli, intensi, dove si era creato fin da subito un legame forte sia all’interno del gruppo che con Ancelotti. Anche con i tifosi c’era un bel clima. Sono stati due anni bellissimi che porto sempre nel mio cuore”.
Ha un rimpianto? - “Potrei dirti la finale di Champions League che abbiamo perso ai rigori contro il Liverpool, oppure anche l’Intercontinentale contro il Boca Juniors, buttata via sempre ai rigori. Eravamo molto più forti in entrambi i casi, e perdemmo. Però guarda, forse l’unico rimpianto che ho, è se tornassi indietro non andrei più via dal Milan. Avevo la possibilità di rimanere ancora, ma decisi di comune accordo con la società di andare alla Fiorentina. Tornassi indietro, sarei rimasto qualche altro anno al Milan”.
Per quale motivo ha lasciato il Milan? - “Ricorderai benissimo che Adriano Galliani e Ariedo Braida facevano la rosa mettendo a disposizione dell’allenatore due giocatori per ruolo. Quell’anno il Milan aveva preso Marek Jankulovski come terzino sinistro, perché Kakhaber Kaladze doveva essere ceduto. Quindi saremmo rimasti come terzini sinistri, Jankulosvki giovane e io come più esperto. All’ultimo, non so per quale motivo, il trasferimento di Kaladze saltò e saremmo rimasti in tre nel ruolo. A quel punto la società mi chiese la cortesia di trovarmi un’altra squadra, e per questo motivo sono andato via. Era comunque un Milan stellare in quegli anni”.
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