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Antonio Nocerino
MILANO - L'ex centrocampista del Milan Antonio Nocerino è intervenuto dagli Stati Unite ai microfoni di TMW Radio durante il programma Stadio Aperto. Ecco le sue parole:
Sul Covid - "Io sto bene, sono tornato un mese fa dopo essere stato in Italia per il corso (da allenatore, ndr). Qui la situazione è come quella di tutto il mondo, speriamo che il momento passi velocemente".
Cosa pensa del Milan? - "Mi piace l'affiatamento che stanno costruendo, confermando società ed allenatore hanno messo basi molto solide quando prima mancavano: ogni anno si cambiava tantissimo e dovevi sempre ricominciare da capo".
Che Ibrahimovic vede oggi? - "Molto più completo: non corre più come un tempo ma legge prima le giocate, si muove in anticipo. Era un mostro prima, è un mostro adesso. Oggi però va alla ricerca dello spazio e di dove la palla può arrivare".
Troppo dire che il Milan sia da Scudetto? - "In questo momento penso che nessuno possa dirlo, tranne due squadre organizzate e con una rosa tale per farlo, ovviamente Inter e Juventus. Sono squadre costruite per questo, mentre le altre stanno cercando di creargli dei problemi, e certamente continueranno. Oltre al Milan penso anche a Napoli, Roma e Lazio: stanno tutte crescendo e sono curioso di vedere la classifica a marzo, quando ci saranno le coppe. Da lì si potrà cominciare a dare giudizi più decisi".
Chi è che ha fatto il miglior salto in avanti? - "Calabria sicuramente: sta avendo una crescita incredibile. Anche Hauge, non me l'aspettavo ma è un giocatore veramente forte. E poi mi piace la responsabilità che si prende Calhanoglu e la continuità che ha, sembra proprio un altro giocatore".
Questo è il miglior Kjaer di sempre? - "Beh... Sarò onesto: a Palermo, Simon era forte in questo modo. Solamente che crescendo un giocatore diventa più maturo ed acquisisce esperienza, ma anche prima era molto forte. Anzi, era più esplosivo e poteva rimanere da solo nell'uno-contro-uno, se ti lasciava un metro poi te lo riprendeva. Oggi va più di lettura, ma vi assicuro che anche prima era mostruoso".
Prenderebbe più un difensore centrale o un vice-Ibra? - "Trovare un vice di Ibrahimovic a gennaio, uno che possa diventare titolare, è difficile anche perché le squadre non te lo danno. Andrei su un difensore che possa giocare nell'uno-contro-uno, poi all'attaccante ci pensi più avanti. Non mi dispiace vederci Rebic e Colombo".
Questa fame si spiega solo con la presenza di Ibrahimovic? - "Dal 2012 in poi, il Milan non ha avuto più campioni in squadra. Sempre buoni giocatori, mai campioni. Poi si è programmato di dare spazio ai giovani, ma il Milan non è una squadra in cui non c'è pressione, le ambizioni non mancano e i ragazzi non erano pronti per certe responsabilità. La cosa intelligente che hanno fatto è stata mettere due-tre giocatori d'esperienza al loro fianco. Ibrahimovic non si accontenta mai, se segna due gol l'idea è di arrivare a farne quattro o di farli ogni domenica. Così si eleva la mentalità e si cambiano le cose, senza vivere di rendita. Coi campioni non è così: sono tali perché da vent'anni fanno la differenza, ed allenarsi con loro è un altro sport".
Lo riprenderebbe Pogba alla Juventus? - "Basta vedere Morata quanto sta facendo bene. Sì, lo riprenderei, anche perché non ha un'età troppo avanzata, e poi perché conosciamo tutti le sue qualità: quelli bravi li prenderei sempre".
Inter e Juventus sono davvero appaiate nella lotta allo Scudetto? - "Guardando le rose e i giocatori singolarmente, hanno profili di livello più altro rispetto alle altre. A mio avviso hanno gli organici più completi, ma ovviamente non voglio dimenticarmi delle altre. Le vedo solo un pochettino più avanti, anche perché certi giocatori sono più abituati a determinate partite".
Come giudica il comportamento di Eriksen? "Da giocatore, e non sono mai stato all'altezza di Eriksen, farei fatica ad accettare tutto questo. Per carattere. Però pensi che sei un professionista, e l'allenatore fa delle scelte, belle o brutte che siano: ognuno si prenderà le proprie responsabilità. Eriksen sta facendo il suo dovere, che giochi dieci minuti o trenta secondi: so che è brutto ma bisogna farlo, adesso poi arriverà il mercato e potrà andare via. Caratterialmente, però, siamo tutti diversi: lui si sta comportando in modo incredibile".
Quanto perderà la Juventus dopo che Buffon e Chiellini si saranno ritirati? - "Sono due colonne. Giorgio poi lo conosco di più anche fuori dal campo, perché ci ho giocato di più avendoci fatto l'U21. Quando arrivai alla Juve dal Piacenza la persona che mi ha aiutato più di tutti è stata Pavel Nedved. Per me lui era un riferimento, uno che non mollava mai e stava sempre sul pezzo. Per me ora la Juve non farà l'errore del Milan di tanti anni fa, di non cambiare adeguatamente i tanti giocatori che andranno via. Noi non eravamo all'altezza dei monumenti che stavamo sostituendo, e non mi vergogno nemmeno a dirlo perché era la realtà, si è visto".
Prandelli è tornato alla Fiorentina. Che ne pensa? - "Una scelta romantica. Lui è stato lì tanti anni, è benvoluto dalla piazza ed è tifoso. Mi dispiace tantissimo per Iachini, che secondo me è un grande allenatore molto sottovalutato, che sa come condurre la nave in porto. Il calcio però non ti aspetta, e spero che Prandelli riesca a fare bene".
Gattuso allena il Napoli più forte degli ultimi anni? - "Sono d'accordo, la squadra è molto buona. Ma dico che il Napoli ha anche un grande allenatore: Rino è preparato e i giocatori gli vogliono bene. Lui si è costruito la squadra che racchiuda le sue idee insieme alla società, e si vede: sono organizzati, sanno cosa fare e non mollano di un centimetro".ù>>> E intanto Elliott vuole sognare in grande, tra Champions e Scudetto: arriva il sì definitivo per tre grandi colpi a gennaio! <<<
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