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Milan – Figlio di Roberto Rosati: “Il Milan sta tornando ad altissimi livelli”

Redazione Il Milanista

Davide Rosato figlio del grande Roberto, stopper titolare del Milan campione d’Europa ha rilasciato delle dichiarazioni sui rossoneri.

Davide Rosato figlio del grande Roberto, stopper titolare del Milan campione d’Europa e del Mondo fine anni sessanta è stato intervistato ai microfoni di M. Night.

Il Papà ha legato la sua carriera a tre maglie quella granata, quella rossonera dove ha avuto i maggiori successi e quella del grifone. A quale papà Roberto era più legato? E tu?

“Innanzitutto devo dire che papà è stato fiero di indossare tutte e tre le maglie. Certamente quella alla quale era più legato, anche per aver ottenuto le migliori vittorie, è stata quella del Milan, portando nel cuore sia quella del Torino con la quale è nato e ha avuto la fortuna di crescere calcisticamente al Filadelfia e quella del grifone con la quale ha chiuso la sua carriera calcistica.

In famiglia sono tutti i milanisti, tranne io che tifo per il Torino ma ricordo sempre con molto affetto la maglia rossonera e la maglia Rossoblù.”

Che rapporti hai con il mondo del calcio attuale, molto diverso da quello di tuo papà?

“Certo, seguo assolutamente da vicino tutto il calcio ma devo dire che quello attuale è estremamente cambiato da quello che ha vissuto papà.

Ora i valori sono completamente diversi. Se vogliamo sono molto più attaccati al Denaro cosa che allora non c’era, e soprattutto una volta c’era un attaccamento e un rispetto alla maglia maggiore rispetto a giorni nostri. C’era sicuramente uno spirito di competizione diverso dove il sano agonismo, con il quale al termine della gara ci si stringeva la mano, anche se sul rettangolo verde se le davano di sana ragione ma poi tutto finiva lì. Ricordo i duelli di papà con Sandro Mazzola, quello con Gerd Muller nella partita del secolo il quale poi venne a trovarci ad Alassio e passammo una giornata in spiaggia tutti assieme. Il campione tedesco e papà erano grandi amici.”

Purtroppo anche il campione tedesco ci ha lasciato per un male incurabile siete ancora in contatto con i suoi familiari?

“Putroppo abbiamo letto che anche Muller non è più tra noi, chissà che 1c1 lassù in cielo. Purtroppo non siamo più in contatto con nessun famigliare del grande campione tedesco.”

Il papà ti ha mai raccontato di quel salvataggio sulla linea di porta sul tiro di Muller, nella famosa Italia-Germania 4-3. Intervento che di fatto costringe il papà ad abbandonare il campo perché proprio in quel magnifico intervento s’infortuna. E il destino vuole che poi uscito lui, il centravanti teutonico segna due reti?

Si, papà mi raccontò diverse volte di quel salvataggio sulla linea di porta. Mi ha sempre detto che riuscì ad arrivare in cielo con le gambe preferendo un intervento del genere, ad uno di testa. Purtroppo di quel gesto si parlò molto poco ma si ricordano solo dei gol di quella splendida partita, soprattutto quello del suo amico Rivera. Fu lui stesso a dirmi quanto importante è stato il suo salvataggio per la vittoria finale.”

Quando il Milan di cui faceva parte papà Roberto dominava il mondo eri piccolo, ma che ricordi hai di quel periodo è come viveva queste emozioni a casa nell’ambiente famigliare?

“In effetti in quel periodo io ero piccolo ma ho dei ricordi bellissimi di Milano dei suoi compagni di squadra e di Nereo Rocco.

Nell’ambiente familiare cercava di essere presente il più possibile anche se i ritiri della squadra erano molto lunghi.

Il lunedì che era il suo giorno libero si scappava tutti quanti a Pino Torinese dove ha fatto costruire una casa con Giorgio Ferrini del Torino suo grandissimo amico. Se sui campi da calcio è stato un grande come lo era da padre Allora è stato veramente un grandissimo campione.”

Come vedi il Milan e il Torino attualmente?

“Il Milan sta ritornando ad essere la squadra Ad altissimi livelli di sempre, la vittoria dello scudetto è li a testimoniarlo mentre il Torino nonostante abbia alle spalle una grandissima storia negli ultimi 30-40 anni non è più riuscito ad essere ciò che era in passato ed è una perenne sofferenza.”