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Simon Kjaer, difensore del Milan
Simon Kjaer ha rilasciato una lunga intervista per "TV2Sport", dove tra le altro cose ha parlato del Milan e del suo infortunio. Ecco le parole del numero 24 rossonero:
Sul tragico momento di Eriksen: "Quel momento non può essere descritto. Solo con parole come 'terribile' e 'incomprensibile'. E quelle parole non bastano affatto. Non c'erano pensieri dietro le mie azioni. È stato istintivo. Abbiamo fatto tutti il possibile per aiutare. Un terribile, terribile momento. La cosa più importante per me ora è che Christian stia bene".
Sul cammino all’Europeo: "Non è stata solo la partita contro il Belgio, ma anche le successive partite nazionali che sono state molto difficili da affrontare proprio intorno all'inno nazionale. È sempre bello stare in piedi e cantare lì, per il tuo paese. E questo ha significato ancora di più per me come leader negli ultimi cinque anni".
Dopo la vittoria con la Russia: "È stato un riscatto e una grande gioia insieme a tutti i tifosi. Quella vittoria non solo ci ha fatto andare avanti, ma ci ha anche dato una sorta di spazio libero, dopo tutto quello che avevamo passato".
Sulla mancata finale: "Proprio in quel momento ero sopraffatto dalla fatica, dalla stanchezza, dalle emozioni e dalla dura consapevolezza che ormai era finita. Ancora oggi sono infastidito dal calcio di rigore in semifinale che ci ha fatto uscire. E sarò sempre dispiaciuto per non essere arrivato in finale. Abbiamo la migliore nazionale in questo momento. Senza dubbio. E credo che possiamo costruire e migliorare ancora".
Sul Milan: "Il Milan è il club dove mi sono sentito più a mio agio. Il posto in cui il mio ruolo dentro e fuori dal campo mi si addice di più. Stiamo facendo bene e ricevo molta fiducia dall'allenatore e molto supporto dai tifosi. Tutto sale in un'entità superiore".
Su Milano: "La famiglia prospera, Milano è una città fantastica e sin dai primi anni della mia carriera ho sognato di giocare per questo club in particolare. Già a Palermo avevo detto al mio agente che un giorno avrei giocato nel Milan".
Sull’arrivo a Milan: "Mi hanno scelto per un ruolo da leader in una squadra giovane e abbiamo riportato il club ai vertici del calcio italiano e di nuovo in Champions League dopo tanti anni. E probabilmente dal primo giorno ho giocato il miglior calcio della mia carriera".
Sul Pallone d’oro: Il calcio è uno sport di squadra, ma devo ammettere che per me è stato un grande onore essere tra i 30 candidati al Pallone d'Oro e alla sera finire come numero 18. Ma anche per tutto il lavoro che ho messo nella mia carriera. E sono molto orgoglioso dei premi che ho ricevuto".
Sull’infortunio: "Sfortunatamente finisco l'anno con un grave infortunio al ginocchio. È il primo della mia carriera, ed è dura, certo, ma fa anche parte del calcio. E ora che è successo, tornerò anche più forte di prima dell'infortunio".
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