- Ultime notizie
- News Milan
- Rassegna
- Calciomercato
- Calciomercato Milan
- Pagelle
- Serie A News
- Primo Piano
- Video
- Social
- Redazione
news milan
Serse Cosmi
Il nuovo anno del Milan si aprirà a San Siro, quando il 6 gennaio arriverà la Roma di Mourinho. Dopo un ottimo girone di andata, i rossoneri si augurano di ripetersi nei prossimi mesi e di competere fino in fondo per vincere lo scudetto. L'allenatore Serse Cosmi a "TMW Radio", intervenendo nel corso della trasmissione "Stadio Aperto", ha parlato del suo pupillo Junior Messias e di un altro giocatore che conosce bene, Mattia Caldara.
Sul gol decisivo di Messias a Madrid: "Una grande felicità per lui, più che per me. Io l'ho potuto allenare a Crotone ed è stata una fortuna: credo di aver visto palesemente le sue potenzialità da giocatore di assoluto livello, non solo buono. Poi è nata tutta la favola dell'amatore ma io sono abituato a guardare in campo, negli allenamenti, in faccia e mi sono permesso di dire che poteva giocare tranquillamente in una delle otto big del campionato. Ci ho azzeccato. Il suo problema è stato un lungo infortunio".
Sulla pressione sui giovani: "La pressione che viene messa sui ragazzi riguarda solo due categorie: giornalisti e procuratori. Chi sta nel calcio sa che c'è un tempo per tutto e che nessuno diventa campione dopo due mesi fatti bene. Il tempo ci vuole. I giovani, se sono forti, in Italia giocano già a diciott'anni: il punto è che non appena fa qualcosa di buono ecco che parte il mondo. Se resistono anche a questo, vuol dire che sono mostri: siccome invece spesso sono ragazzi, succede che li perdi qualche anno".
Su Caldara: "Lui è stato troppo condizionato dagli infortuni perché ha la struttura da calciatore vero. Gli anni fatti a Cesena e Trapani l'hanno forgiato, erano due piazze che pretendevano. Io con lui mi sbilanciai e gli dissi, visto che era dell'Atalanta, che il suo futuro era lì. Oggi ha ritrovato semplicemente fiducia in se stesso e nelle sue qualità".
© RIPRODUZIONE RISERVATA