MILANO - E se il Milan non raggiungesse la qualificazione alla prossima Champions League? Quale sarebbe il futuro dell'attuale tecnico, Stefano Pioli. Questa è la domanda che in molti, ultimamente, si pongono, specie guardando ai risultati degli ultimi mesi. Meno convincente rispetto a quello ammirato nel 2020, il Piolismo ha subito diverse battute d'arresto nell'anno corrente, il 2021. Questo ha risucchiato il Milan più vicino alle principali antagoniste per un posto in Champions League. Ma non solo, ha cancellato anche i sogni scudetto, coltivati dai rossoneri per almeno 20 giornate di campionato. Ora la lotta è affollatissima. Il Milan guida la mini-classifica con 60 punti, seguito da Juventus a 59, Atalanta a 58 e Napoli a 56. Poi c'è la Lazio di Simone Inzaghi, a 52 punti ma con una partita da recuperare. E la Roma di Paulo Fonseca, ancora più indietro a 51, ma comunque ancora in lotta.
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Milan, e se la Champions non arrivasse? Ecco il futuro di Pioli
Le ultime novità sul futuro del tecnico rossonero, Stefano Pioli. Autore di un grandissimo 2020, sta trovando qualche difficoltà nel 2021.
LE PAROLE DELLA ROSEA E IL RICORDO DI MAX ALLEGRI - Come riporta La Gazzetta dello Sport, in una calda serata di luglio, per la precisione il giorno 21 dell’anno 2020, Stefano Pioli veniva confermato allenatore del Milan, con il rinnovo del contratto fino al 2022 e l’abbandono dell’ipotesi Rangnick che tanti rumori aveva generato per mesi. Segno del destino, forse, la conferma avveniva dopo Sassuolo-Milan. Pioli era arrivato al Sassuolo tanti anni fa, nel 2009, dove appena un anno prima aveva terminato il suo lavoro Massimiliano Allegri, lanciato verso la Serie A.
IL FUTURO DI PIOLI - A meno di sconvolgimenti delle prossime settimane, anche qualora il Milan non dovesse raggiunge un piazzamento Champions, Pioli continuerà ad essere l'allenatore del Milan. Certo, in quel caso le prospettive di un ulteriore rinnovo si restringerebbero all'osso. Il contratto di Pioli scadrà nel giugno 2022, ed è molto probabile che il Milan lasci almeno un'altra metà stagione al tecnico per portare la squadra ai livelli definitivi sui quali si lavora ormai da più di un anno.
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