Luca Marelli, ex direttore di gara di Serie A e oggi opinionista arbitrale, ha analizzato l'operato di Marco Di Bello in Milan-Fiorentina.
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Marelli: “Loftus? Episodio molto molto dubbio, il braccio è molto largo”
Sul possibile rosso a Fabiano Parisi: "Sul rigore è inutile soffermarsi. C’è una prima spintarella fuori area, ma il contatto vero e proprio avviene all’interno dell’area nel contatto tra le gambe. In queste circostanze se il pallone è a distanza di gioco, viene considerato sempre depenalizzato, cioè come se fosse un tentativo di giocare il pallone. L’importante è che il contatto sia basso e non alto. Se fosse stata una trattenuta, ovvero senza nessuna intenzione o volontà di giocare il pallone, a quel punto sarebbe stata espulsione".
"Per fare un esempio vi ricorderete lo scorso anno in Champions League l’espulsione di Tomori per questo motivo (anche se in realtà in quella circostanza non c’era nemmeno il rigore). Lì Tomori interviene con le braccia, mentre in questo caso Parisi entra in contatto con la parte bassa. Si può poi discutere sull’applicazione di questa regola, ma sappiate che la direttiva è quella di ammonire sempre in queste circostanza".
Sul contatto tra Fikayo Tomori e Giacomo Bonaventura: "La Fiorentina ha chiesto il rosso per chiara occasione da rete. Ma non si configura una DOGSO per due motivi: il primo è che Bonaventura non ha il possesso del pallone, il secondo motivo è che il pallone sta andando verso l’esterno, pertanto manca il presupposto della direzione generale dell’azione. Di conseguenza giusto il giallo per il difensore inglese per SPA, azione potenzialmente pericolosa".
Sul tocco di mano di Ruben Loftus-Cheek: "Questo invece è un episodio molto molto dubbio. Faccio una premessa: se l’arbitro avesse fischiato il rigore, il VAR non sarebbe intervenuto. È uno di quegli episodi che non può essere considerato un chiaro ed evidente errore. È il classico episodio grigio. Effettivamente il braccio è molto largo a inizio azione, anche se tende a chiudersi. Dopo il tiro della Fiorentina, il pallone sbatte sul corpo del centrocampista e poi schizza sul braccio".
"Come ho spesso detto il fatto che ci sia un precedente contatto con un’altra parte del corpo non vale sempre come discrimine per poter considerare corretto un impatto con il braccio. In questa circostanza il braccio tende a chiudersi, ma è ancora leggermente al di fuori della figura. Motivo per cui se l’arbitro avesse dato il penalty in campo, il VAR non sarebbe intervenuto. Allo stesso modo, non essendo un chiaro ed evidente errore ma un’interpretazione, a quel punto il VAR non è intervenuto per assegnare il calcio di rigore".
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