L’ex attaccante del Milan Filippo Maniero ha rilasciato un’intervista a FanPage.it. Sulla sua carriera: "Ho sempre lavorato tanto per mettermi a disposizione della squadra per cui ho giocato. Ho vissuto spogliatoi con tanti campioni diversi e ognuno di loro ho rubato qualcosa che mi è servita nella mia carriera. Ringrazio sempre Dio per avermi fatto fare questa carriera e alcuni insegnamenti del campo nella vita tornano, non c’è nulla da fare".
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Maniero: “Arrivato nell’anno più brutto del Milan, sul gol all’esordio…”
Sull’arrivo al Milan: "Un fulmine a ciel sereno perché era una chiamata completamente inaspettata. A Parma giocavo poco ma stavo bene. È arrivata quell’occasione e l’ho colta al balzo. Ho beccato l’anno più brutto del Milan di quel periodo. All’esordio feci anche gol al Piacenza e quella è una settimana che ricorderà per tutta la vita. Era una squadra che stava per chiudere un ciclo: Weah e Savicevic avevano molti problemi fisici, Boban lo stesso e i senatori avevano accusato un po’ il colpo dopo anni di grandi successi".
Se era più difficile fare l’attaccante qualche anno fa in Serie A: "Difficile da dire perché è cambiato molto, dal modo di giocare ad alcuni regolamenti. Ci sono meno calciatori con le mie caratteristiche, non c’è più quello che veniva definito ‘centravanti’. La generazione di calciatori che c’era ai miei tempi, però, non c’è adesso. Di questo sono sicuro. Per andare in Nazionale una volta dovevi fare qualcosa di straordinario: io un anno ho fatto 18 gol e ci speravo, ma niente. Adesso sarebbe il primo nome della lista".
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