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CAIRATE, ITALY - MAY 18: AC Milan Director Paolo Maldini looks on during an AC Milan training session at Milanello on May 18, 2023 in Cairate, Italy. (Photo by Giuseppe Cottini/AC Milan via Getty Images)
A poco più di 5 mesi dal suo licenziamento, Paolo Maldiniè tornato a parlare in un'intervista rilasciata a Repubblica. L'ex capitano e direttore dell'area tecnica del Milanha toccato diversi argomenti, svelando i retroscena relativi al mercato.
Affari fatti: "Su 35 acquisti, ci contestano De Ketelaere, che aveva 21 anni. Se si scelgono dei ragazzi di quell'età, la percentuale di rischio è più alta. Vanno aspettati, aiutati, coccolati, ripresi. Del resto, dopo tre mesi di lavoro, Boban e Massara e io fummo convocati a Londra da proprietà e Ceo e praticamente delegittimati. I vari Leao, Bennacer e Theo non piacevano, ma serviva un percorso. Ricordo sempre da dove abbiamo cominciato".
Il percorso: "Nel 2018-19 c'era una squadra non giovane e poco performante, che veniva da sei anni senza Champions, una rosa da circa 200 milioni, un monte ingaggi di 150. In quattro anni di ristrutturazione con i giovani: 120 milioni di spesa di mercato al netto delle cessioni, 30 l'anno e 15 a sessione, valore della rosa salito a circa 500, stipendi scesi a 120 e poi per 3 anni a 100, senza aver potuto rinnovare a Calhanoglu e Kessié. E al termine della scorsa stagione: tre Champions giocate di fila, Scudetto dopo 11 anni, semifinale di Champions dopo 16, bilancio in attivo dopo 17. Ma, se si sta sul filo, basta una stagione per rovinare il lavoro fatto in precedenza".
Il budget per la stagione 2023/24: "A marzo non se n'era ancora parlato e non si può arrivare a giugno per programmare il mercato. Poi, quattro giorni prima del licenziamento, Furlani mi comunicò molto imbarazzato un budget basso e io ne presi atto. Dopo la nostra partenza, il budget è addirittura raddoppiato, al netto della cessione di Tonali, e il monte ingaggi è finalmente in linea con il nostro piano. Deve essere diventato fonte di ispirazione".
Sulla cessione di Tonali: "Avremmo fatto il possibile per non farlo partire. Non siamo mai stati totalmente contrari a una cessione importante, ma non ce n'era necessità. Per Sandro spendemmo un quinto del valore di dominio pubblico e dovemmo discutere animatamente con Ceo e proprietà: non lo voleva nemmeno lìarea scouting".
Il caso scommesse: "Una sconfitta, non mi sono accorto del suo disagio. Non si fa mai abbastanza per i ragazzi. Acquisti e cessioni sono solo una piccola parte del lavoro. Quello vero, con Leao, Hernandez, Bennacer, Maignan, Kalulu, Thiaw, Tomori e molti altri, è stato aiutare il loro sviluppo".
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