Paolo Maldini è tornato a parlare. La leggenda ed ex dirigente del Milanè intervenuto ai microfoni di Radio Tv Serie A.
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Maldini: “Per Daniel è un destino da cui non si scappa…”
La simpatia d'infanzia per la Juve: "A me piaceva il calcio. Sapevo del passato di mio padre e avevo capito cosa aveva fatto, ma la prima competizione che ho visto da amante del calcio era il Mondiale del '78 che praticamente era la Juventus più Antognoni. Quindi ho seguito la Juventus come se fosse la Nazionale. Poi però ho fatto il provino per il Milan e lì è iniziata la mia storia".
Figli calciatori: "Purtroppo per Daniel è un destino dal quale non si scappa. Loro erano innamorati di questo sport e nei primi anni la cosa che vuoi fare da ragazzo è divertirti e quando ci sono molte aspettative si perdono un po'. Lui sapeva, avendo visto me, a cosa andava incontro. Loro si sono divertiti e fanno tutto con passione. Lo sport è democratico e va avanti solo chi ha dei valori. Alzare la coppa come me e mio padre? Deve essere un'ambizione, non una pressione".
Le responsabilità: "Io non sento la responsabilità. Quando sei all'interno della società il ruolo te lo impone. Ma per il resto mi sento solo Paolo, non solo il milanista. Io non ho mai scisso il giocatore e l'uomo e la gente mi apprezza per questo. E' una questione di disciplina".
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