A poco più di 5 mesi dal suo licenziamento, Paolo Maldini è tornato a parlare in un'intervista rilasciata a Repubblica. L'ex capitano e dirigente del Milanha toccato diversi temi, svelando alcuni retroscena.
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Maldini: “Informazione non indirizzata verso la verità. Sugli acquisti…”
L'attesa prima di parlare: "Avrei parlato di pancia, il tempo permette serenità. Ci sono persone di passaggio, senza un reale rispetto dell'identità e della storia del Milan. E ce ne sono altre che sono legate ai suoi ideali: converrebbe tenersele strette".
L'addio: "Se il club è stato venduto a 1.2 miliardi e la nuova proprietà ha volontà di cambiare, ne ha il diritto. Ma si devono rispettare le persone e i ruoli. Ho dovuto trovare un accordo per i miei diritti. L'amore per il Milan resta incondizionato. Da figlio di Cesare. Da ex capitano. Da papà di Christian e Daniel. E da dirigente in 5 anni fantastici. L'informazione non viene indirizzata verso la verità, chi dice il contrario sa di mentire a se stesso. Per fortuna mi sembra che il pubblico non si faccia influenzare".
Le accuse sul mercato: "Niente di più lontano dal vero che io e il ds Massara non condividessimo obiettivi e strategie. Non ho mai avuto, né voluto, potere di firma, neanche per i prestiti. Ogni acquisto era avallato dal Ceo e dalla proprietà. I giocatori li abbiamo scelti noi, a volte spariva il budget. E' normale a volte l'interferenza nelle scelte sportive, che spostano gli equilibri finanziari. E' ingiusta l'accusa di non averle condivise".
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