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Paolo Maldini, direttore dell'area tecnica del Milan
MILANO - Il Milan vince e convince. La squadra rossonera si è imposta, nella giornata di ieri, per 4 a 0 sul Crotone dell'ex rossonero Giovanni Stroppa. Una vittoria che ha permesso alla banda Pioli di effettuare il controsorpasso ai danni dell'Inter, che ha battuto per 2 a 0 la Fiorentina. Nel match dei rossoneri a San Siro si sono messi in mostra Zlatan Ibrahimovic, Ante Rebic, entrambi a segno con una doppietta e Hakan Calhanoglu. Il turco, al ritorno in campo, ha servito 3 assist in appena 10 minuti. Ma soprattutto lo svedese che ha sfatato il tabù Crotone, alla quale non aveva mai segnato, e ha messo a referto le reti numero 500 e 501. Merito di Pioli che ha creato e dato identità alla squadra, ma anche di Paolo Maldini che in due stagione e mezzo ha scelto i ragazzi sui quali costruire questo gruppo che sogna in grande. Oggi il direttore tecnico, nonché ex capitano, dei rossoneri ha rilasciato un'intervista a Bein Sports. Ecco le sue parole: “È un anno sicuramente particolare, un anno che ci vede giocare ogni tre giorni. L’assenza del pubblico rende tutto più complicato. È un calcio al quale ci dobbiamo ancora abituare, il pubblico a casa deve ancora abituarsi, ma per i giocatori questo è il loro lavoro. C’è da dire che con la mancanza del pubblico una squadra giovane come la nostra è riuscita a fare dei risultati positivi. Il cambiamento è dovuto dalla mentalità. Il Milan è partito un anno prima rispetto a quello che è successo nel mondo con la pandemia per cercare di raggiungere un’auto sostenibilità e raggiungere un pareggio dei conti. Questo lo si fa attraverso i giovani, con una squadra dai costi sicuramente diversi".
SU THEO HERNANDEZ - “È un giocatore che aveva già vinto la Champions League, si stava un pochino perdendo. Non ho voluto ascoltare tutte le cose che mi avevano detto di lui ma ho voluto parlare con lui guardandolo negli occhi. Ho trovato un ragazzo sensibile. Gli ho detto che avrebbe dovuto fare tanta fatica. Sentendomi dire queste parole io ho creduto in lui, la società ha creduto in lui. Con Leao è stato il nostro acquisto più costoso dell’anno scorso. La risposta sul campo è stata eccezionale, gli dico sempre che deve programmarsi per andare a giocare titolare in nazionale e deve ambire ad essere uno dei tre migliori terzini al mondo”.
SU IBRAHIMOVIC - "Zlatan abbiamo provato a portarlo nel 2018, ma aveva un contratto in essere con i LA Galaxy. Quando è arrivato abbiamo provato a proporgli un contratto più lungo rispetto ai sei mesi per cui ha firmato, ma lui voleva vedere quale sarebbe stata la risposta del suo fisico al ritorno di un campionato professionistico di così alto livello. Rinnovo? Ci ha detto che dipenderà dal suo corpo. Ma se continua così non vedo perché non possa essere ancora con noi l'anno prossimo".
RINNOVI - "Abbiamo tre giocatori in scadenza, e abbiamo anche i contratti in scadenza nel 2022. Ma è una prassi normale, stiamo lavorando. Dico sempre che bisogna essere contenti in due per arrivare ad un accordo, i giocatori sono professionisti e pensano al 100% al campo. La speranza è di trovare presto un accordo".
GAP CON LE BIG D'EUROPA - “Il gap del Milan con squadre come Bayern, City, Liverpool negli ultimi anni credo che si sia un pochino ampliato. Il Milan non è ancora a quel livello, anche se siamo in testa al campionato dalla prima giornata. Probabilmente ci mancano due anni stabili di Champions League per avere una squadra davvero competitiva per andare a lottare con queste squadre per la Champions. Non dimentichiamoci che il Milan manca dalla Champions League da 8 anni, questo a livello economico fa la differenza. Il FPF è sicuramente una buona cosa per la sicurezza economica del calcio, ma sembra che aumenti il gap tra le squadre che vorrebbero tornare al top e quelle che lo sono già”.
SULLA SCELTA DI GIAMPAOLO - "Nel 2019 abbiamo iniziato con Giampaolo ma non ha funzionato. Dopo la sconfitta a Bergamo contro l'Atalanta Elliott ci ha ascoltato su Ibrahimovic, l'idea di dare alla squadra così giovane punti di riferimento come Zlatan e Kjaer ha funzionato, e da qui sono arrivati risultati eccellenti".
SU ARRIGO SACCHI - "Senza Sacchi il grande Milan non sarebbe mai esistito".
SU GOURCOUFF - "A volte il talento non è abbastanza, una squadra è costruita su tante cose".
GESTIONE DELLA SQUADRA DURANTE IL LOCKDOWN - "Parlavamo su Skype, insistevamo nel dire ai nostri giocatori che avremmo potuto migliorare la nostra posizione in classifica. Alla ripresa del campionato abbiamo dimostrato le qualità di questa squadra".
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