MILANO - L'ex rossonero Keisuke Honda si è appena laureato campione dell'Azerbaigian. Il suo club, il Neftci Baku, infatti, ha vinto per 1-0 con un goal al 90esimo lo scontro diretto con il Qarabag, superando i rivali in classifica. La squadra del giapponese chiude la stagione al primo posto con 59 punti, seguita dai 57 del Qarabag.
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L’ex Milan Honda festeggia: il suo Neftci Baku è campione d’Azerbaigian
Keisuke Honda torna a festeggiare e lo fa con la sua attuale squadra, il Neftci Baku, con cui si laurea oggi campione nazionale azero.
LE PAROLE ALLA GAZZETTA DELLO SPORT - Qualche tempo fa il giapponese aveva concesso una intervista alla Gazzetta dello Sport, la riportiamo di seguito: “Ho sempre bisogno di nuovi stimoli e di superare me stesso. Non è una questione di carriera, ci pensavo quando ero giovane. E neanche di soldi. Seguo soltanto la mia passione, il calcio”. Il punto più alto della carriera di Honda è coinciso con l’arrivo al Milan . In rossonero ha anche vestito la mitica maglia numero 10: “L'avevo scritto in un tema di scuola a 12 anni. Ancora oggi ringrazio Galliani per avermi dato l'opportunità di realizzare un sogno. Però c’erano tanti problemi. In un altro contesto forse non avrei mai giocato per il Milan, devo ammetterlo. Quella situazione difficile mi ha aiutato”.
SUGLI EX COMPAGNI - Fra i compagni di squadra avuti in Italia anche Mario Balotelli . “Un talento enorme, eppure non faceva nulla per migliorare. Volevo cambiare la sua routine quotidiana: 'Mario, fidati. Se vuoi diventare il migliore devi allenarti duramente'. Mi guardò con una faccia seria e il giorno dopo si presentò in palestra 40 minuti prima della seduta. Anche il giorno seguente. Al terzo, si era già stufato. Mario è così”. In rossonero ha anche visto arrivare un giovanissimo Romagnoli . “Un grande difensore, ma in quegli anni anche lui non si allenava al 100%. Dovrebbe credere di più in se stesso e avere una filosofia diversa”. C'è anche Gianluigi Donnarumma nelle sue vecchie conoscenze. “Può diventare uno dei portieri migliori al mondo, come Buffon. Glielo dicevo sempre, se ci riesce dovrà offrirmi una cena con del buon vino”.
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