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Adani
Nel corso del nostro appuntamento odierno con Lunch Press, è intervenuto ai nostri microfoni ‘Lele’ Adani. Ex calciatore ed attuale opinionista, con lui abbiamo parlato dello Scudetto appena conquistato, di calciomercato e della vicenda Maldini.
Questo campionato lo ha vinto la squadra che giocava meglio? “Ha vinto certamente la squadra che lo ha meritato di più, per una serie di componenti che cominciano col cuore, con le idee, con la programmazione, con la passione e l’unione delle componenti. Tutto quanto è filato per il verso giusto perché è stato confermato, e non parlerei solo di quest’anno. E’ un lavoro pluriennale che trova la meritata consacrazione in un successo sofferto, lottato e difeso, ma continuamente meritato”.
Il Milan tra le italiane è la squadra più ‘europea’ nel modo di giocare? “Ci sono tante squadre nel nostro campionato che cercano di livellarsi alle squadre europee, che sono molto più aperte, creative e meno legate a canonici dettati del passato. Quindi, il Milan grazie al lavoro di Pioli e alla sua evoluzione è sicuramente una di queste. La proposta è continuamente variata nella preparazione, in base anche alle difficoltà di organico e di infortuni, e va sottolineato. E’ una rosa che molte volte ha dovuto fare di necessità virtù. Ha dovuto inventare le varianti offensive, a cominciare anche dai difensori. E’ veramente affascinante il percorso del Milan”.
Chi è l’uomo copertina di questo Milan? “Chiaramente ha sorpreso molto, favorevolmente, la prestazione di Maignan. Ma non dico lui e dico Leao, perché altrimenti sembra che il Milan abbia vinto solo per le parate del suo portiere. Invece, il portiere è moderno nella concezione del ruolo, ma Rafael Leao, nella sua crescita, a volte ha permesso ai rossoneri di vincere anche quando la partita era chiusa o sporca. Lui si metteva in proprio e molte volte ha risolto. Dico lui ma come me lo avrete detto 150 mila volte, anche il collettivo. Lo riconfermo: è stato il segreto di questa squadra”.
Leao può arrivare tra i primi 3 al mondo? “Secondo me non c’è una squadra al mondo che possa non avere in rosa Rafael Leao. Sicuramente lui è un calciatore da top club. Mi auguro che rimanga al Milan, e che lo faccia a lungo perché potrebbe contribuire con le sue crescita, qualità, completezza a far crescere ulteriormente il Milan e a dare la grande immagine di miglioramento del nostro calcio. Però per me può giocare ovunque”.
Su 2 nomi caldi dal sud America, come Enzo Fernandez e Julian Alvarez (quest’ultimo andrà al Manchester City): “Sono i due calciatori migliori del River Plate, sono due crack totali. Julian è stato capocannoniere ed è estremamente eclettico. Mi sono espresso qualche mese fa, per non dire anno, su di lui. Sarebbe il calciatore ideale per il Milan e per l’idea di calcio di Pioli. Ricordiamo quando l’allenatore già cominciava anche in altri anni a variare in attacco: lui non è solo un finalizzatore, conosce il gioco. Su Fernandez, invece, fate i conti di vedere una mezzala creativa, potremmo parlare di Gundogan, di Lorenzo Pelllegrini, di quei calciatori che hanno pensiero, idee, padronanza dello svolgimento della manovra. E’ un calciatore diventato idolo de El Monumental (stadio del River Plate, ndr) dopo poche partite. E’ nato per dare valore aggiunto con la qualità. Sono due richieste che non mi stupiscono vedendo come opera il Milan sul mercato con Maldini e Massara. Sono sicuramente in linea con il pensiero e la finezza degli uomini di mercato del Milan”.
Poi, su Botman, in riferimento alla difesa rossonera: “La coppia Kalulu-Tomori un altro capolavoro dell’allenatore, anche nei ragazzi. Di Kalulu quel che ha impressionato è che faceva anche a meno della copertura sui lati, accettava l’uno contro uno. Tomori lo faceva già, ma la lettura di un difensore moderno è quella di permettere ai terzini di non fare sempre 80 metri di campo, ma di stare leggermente già pronti a ripartire. Quel che dico è che il Milan deve cercare di metterlo, secondo me, un mancino in rosa. Visto anche che uscirà Romagnoli. Gli permetterebbe anche una competitività sana con i titolari di oggi. Credo che sia una cosa adeguata, che sia Botman o Senesi: si è parlato di diversi nomi. Il profilo del difensore del Lille mi sembra perfetto”.
Sulla fascia destra: “Il calciatore migliore da prendere a destra, per rientrare sul mancino, credo sia Antony dell’Ajax. Mi avete chiesto di sparare alto, io vado… (ride, ndr). Anche De Ketelaere è un ottimo calciatore, bravo e tecnico. Pronto per la Serie A? E’ in crescita. Antony è un po’ più avanti, fa già praticamente il titolare nel Brasile. Potrei dire anche Raphinha (Leeds, ndr), ma sono giocatori che costano. Comunque sappiamo che il Milan, anche chi non era pronto lo ha fatto diventare più che pronto. L’importante è che siano profili in linea, dove non arrivano i soldi arrivano le idee. Lo ha dimostrato proprio il Milan”.
Infine, che idea ti sei fatto sull’intervista di Maldini? “Mi sono fatto un’idea molto semplice. Molte volte il calcio, anche davanti a una cosa straordinaria, non sempre vive di incastri giusti. Le persone devono imparare, adeguarsi, allinearsi e capire. Anche i proprietari che hanno molte disponibilità, non è detto che siano pertinenti. Però io credo che, dato che c’è margine e c’è ancora tempo, le cose poi devono mettersi tutte nel posto giusto. Quindi: Maldini deve rinnovare e avere carta bianca per operare, perché meglio di lui non ce n’è. Per quel che ha fatto sia a livello operativo che sentimentale, che è una cosa che vale ancora nella vita. Deve continuare questa storia”.
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