Il giornalista Riccardo Trevisani ha rilasciato un’intervista ai microfoni di MilanNews.it per parlare dell’attualità rossonera in vista della possibile vittoria dello scudetto. Ecco le sue dichiarazioni:
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Trevisani: “Milan, lo scudetto chiuderebbe un cerchio aperto a Bergamo”
Riccardo Trevisani ha rilasciato un’intervista sul periodo del Milan e sulla possibile conquista dello scudetto.
Se si aspettava un campionato combattuto fino all’ultima giornata: “Che ci fosse più equilibrio sì, che all’ultima giornata ci fossero due squadre in due punti probabilmente no. Anzi, a dir la verità, mi sarei aspettato la presenza della Juventus”.
Lei però ha sempre creduto nelle potenzialità del Milan: “I tanti punti fatti lo scorso anno, una stagione in più sulle spalle e l’esperienza di certi giocatori che inizia a pesare. Theo Hernandez, Tonali, Leao sono alla terza stagione in rossonero e rientrano in una fascia d’età dove il miglioramento è più netto. A tutto questo va aggiunto il gran lavoro di Stefano Pioli nel passare da Atalanta-Milan 5-0 del dicembre 2019 fino ad un punto di distanza dallo Scudetto. Magari, dentro di me, non pensavo che l’Inter potesse lasciare tutti questi punti per strada ma in un campionato queste cose possono accadere”.
Se manca anche il Napoli: “Milan e Napoli avevano tutto per arrivare in fondo. I rossoneri ci sono riusciti, il Napoli tra le varie cose ha perso anche tanti giocatori non riuscendo forse a sostituirli come ha fatto Pioli”.
Quanto è stato fondamentale Zlatan Ibrahimovic: “Ibra arriva dopo quel 5-0, non è un caso. Inizialmente venne vista come una mossa della disperazione, così non è stato. Ricordo bene quel Milan-Sampdoria che fu la sua prima partita in rossonero. Passava la palla solo a Leao e questa cosa è indicativa. Nel “ego” di Ibrahimovic voleva dire che solo Leao era meritevole della sua fiducia, mi rimase impresso e da lì cambiai opinione anche sulle potenzialità di Leao”.
Se lo svedese ha meriti in caso di Scudetto: “Sarebbero suddivisi alla grande tra lui, Stefano Pioli e la società che ha fatto cose straordinarie per chiudere questo cerchio. Ha tenuto botta ai giochi al rialzo di tanti calciatori, ha scelto valide alternative, ha valorizzato prodotti come Maignan, Kalulu ed è lassù pur non avendo giocatori come Brozovic, Osimhen e via dicendo. Detto questo in una ideale top undici almeno tre, quattro rossoneri ci sarebbero in ogni caso”.
Elementi che hanno fatto la differenza: “Nell’economia di una stagione, considerati gli infortuni, il Milan ha raccolto il massimo dai Krunic, i Saelemaeker e i Messias”.
Come si alza l’asticella per essere competitivi anche in Europa: “Con l’esperienza. Non dimentichiamoci che il Milan si è trovato in un girone tragico di Champions League con il Liverpool, l’Atletico Madrid e una squadra comunque esperta come il Porto. Servono un esterno destro alto per il 4-2-3-1 di livello e un centrocampista che possa garantire copertura ma allo stesso tempo duttilità, un po’ come faceva Perrotta nella vecchia Roma di Spalletti”.
Qualche nome: “Più che nome direi profili alla Berardi o Lorenzo Pellegrini”.
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