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Sobral su Leao: “Era timido, ma si lamentava sempre”

Rafael Leao in azione contro l'Udinese

L’ex allenatore di Rafael Leao ha rilasciato un’intervista sul giovane attaccante. Ecco le sue dichiarazioni.

Redazione Il Milanista

Ieri pomeriggio è andato in scena l’anticipo della 27esima giornata di Serie A. Il Milanha pareggiato 1-1- contro l’Udinese, dopo essere passato in vantaggio grazie al gol di Leao al 29esimo del primo tempo. Gli uomini di Pioli hanno perso un’altra occasione d’oro per poter allungare sui nerazzurri. I cugini infatti hanno pareggiato a loro volta nella gara di ieri sera contro i grifoni e si sono arrestati così a 55 punti. I rossoneri si trovano perciò a 57 punti, due in più rispetto agli acerrimi nemici e in attesa della sfida dei partenopei.

Il protagonista assoluto tra i rossoneri è stato -nemmeno a dirlo- Rafael Leao. Non è più una sorpresa il fatto che il portoghese è diventato ormai il punto di riferimento della formazione di Pioli. Dopo un avvio un po’ incerto, il giocatore ha preso in mano la squadra portandola verso successi importanti. L’attaccante ha messo a segno ben 8 reti in 23 gare ufficiali e ha fornito anche 4 assist ai suoi compagni. Stagione da incorniciare per il 22enne, che è pronto a firmare il rinnovo con i diavoli fino al 2026.

Proprio di Rafael Leao ha parlato Pedro Sobral, un suo vecchio allenatore. In Portogallo Sobral ha fatto muovere i primi passi in campo al giovane attaccante. Ecco quello che ha dichiarato a gianlucadimarzio.com: “L’ho allenato per qualche mese. Era timido, ma si lamentava sempre perché insistevo con lui negli allenamenti. PErò andava fatto, aveva davvero un potenziale pazzesco. Un torneo l’abbiamo vinto in finale 3-1 contro lo Sporting, lui fece una doppietta. Prima di andare allo Sporting è passato dal Foot 21, squadra il cui presidente Armando Carneiro sarebbe diventato uno dei responsabili del settore giovanili del Benfica”.

Poi continua: “Ero tra i favoriti per entrare tra gli allenatori dell’Academy (dello Sporting ndr), ma per alcuni problemi finanziari non mi hanno preso e da lì a poco ho mollato il calcio. Dopo quella finale Rafa non l’ho più visto, ma incrociai suo padre per strada che mi disse del suo importante trasferimento. Non ne rimasi affatto sorpreso: era davvero forte”.