Walter Sabatini ha rilasciato una lunga intervista a Il Secolo XIX di Genova, nella quale ha parlato delle big di Serie A. Sul calcio diventato 'triste' dopo il suo addio forzato al club granata ha dichiarato: "Il calcio è triste senza di me perché so raccontarlo, altri no, lo fanno con gli stereotipi, non come va fatto, con immaginazione, speranza. Io manco al calcio, è paradossale che non stia lavorando ma non è una lamentela, zero recriminazioni, è una considerazione che faccio rispetto al calcio’. Scarpe lanciate? Sono un polemico, ne tirerei a centinaia, dovrei comprare negozi di scarpe". Sulla favorita per lo scudetto: "Straordinaria, vedo una competitività enorme, a partire dalle prime 7 squadre ma anche dietro. Favorita-scudetto? Milan: ha già vinto, può rifarlo anche se ripetersi è dura quanto vincere, se non di più”.
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Sabatini: “Milan favorito per lo scudetto, ma ripetersi è dura”
Sugli italiani che segnano poco: “Sono statistiche: i nostri torneranno a segnare come sempre. Se prendi gli stranieri ci può stare che siano leggermente più bravi, non farei patriottismo su questo. Certo, è fastidioso vedere Scamacca o Viti, che può essere un nuovo Cannavaro, all'estero. Ma perché succede? Per i soldi, motivazione che può essere condivisibile: l'industria calcio deve funzionare con le proprie gambe, senza iniezioni di denaro dei proprietari dei club. Un italiano da seguire? Frattesi: moderno, evoluto, farà la differenza. Kvaratskhelia? Lui è fuori categoria. A un collaboratore di Spalletti avevo detto di stare attento perché al Palermo avevo un georgiano, Mchedlidze: a 18 anni segnò alla Juve e in nazionale, poi si è perso, preso da altri interessi, come i maledetti soldi. Che amarezza, era formidabile, ma Kvara lo è molto di più, ha un tecnico straordinario, farà una carriera meravigliosa".
Sui nuovi progetti: “Ho tanti sogni, sento di poter fare molto, non è finita, voglio tornare a lavorare sui mercati sudamericani. Studio la storia della capoeira e della ginga per capire cosa scorre nelle vene dei brasiliani, spettacolo e risultati nel sangue: lì ho preso Ederson, fondamentale per la salvezza granata e ora per il mercato. Credo molto in ciò che faccio, continuerò a seguire le mie inclinazioni”.
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