Tommaso Pobega sta vivendo il sogno di giocare per la squadra che tifa da quando è piccolo. Dopo molti prestiti, quest’anno il centrocampista è stato richiamato alla base e in queste prime giornate di campionato ha mostrando tutto il suo valore. Il giocatore ha rilasciato una lunga intervista a Dazn, nella quale ha raccontato il proprio momento in rossonero: "Sto bene. Sono contento finalmente di essere riuscito a rimanere qua. Sono soddisfatto di quello che stiamo facendo a livello di squadra, possiamo fare ancora di più, sicuramente. Dopo magari qualche anno in cui ho fatto prestiti, ritornare qua ha un sapore diverso, il senso di dire: vai, vai, fai esperienza, dai il tuo massimo e poi torna qui che c’è un ambiente per lavorare fantastico".
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Pobega: “Contento di essere tornato al Milan, possiamo fare ancora di più”
Sul prestito al Torino: "Uscendo dalla Primavera sicuramente non ero già pronto per fare un salto più alto di quello che ho fatto. Mi è servito fare ogni step per crescere, maturare e migliorare. Sapevo che stagione avevo fatto allo Spezia, sapevo il livello che c’era qua, io volevo avere un’altra prova da me stesso e dire: “Ok, voglio andare a fare un altro anno, rimettermi in gioco e cercare di fare ancora meglio".
Sul ripartire dopo le sconfitte: "Ripartire dopo la sconfitta con il Napoli? È stata una cosa su cui anche il mister ha parlato tanto in allenamento, negli spogliatoi: le squadre forti si vedono sempre dopo una piccola caduta, perché tu puoi cadere però l’importante dopo è rimettersi subito in sesto e continuare su quello che stavi facendo e noi in queste 3 partite l’abbiamo dimostrato e dobbiamo continuare così".
Sul Milan: "Sto cercando di abituarmi, ma penso sia difficile, all’affetto dei tifosi. Ho vissuto tante piazze diverse in cui c’è comunque tanta passione, l’anno scorso al Torino c’era una piazza molto appassionata. Però qua al Milan proprio come numeri e presenza allo stadio è una cosa diversa. Quando vedi le coreografie che fanno prima della partita capisci che è veramente bello e importante".
Su Gattuso: "Mi ricordo che quando eravamo noi in Primavera, eravamo 4 ragazzi, quelli un po’ più “anziani”, perché ci sono sempre più anni insieme nel gruppo Primavera. In convitto avevamo sempre un tavolo separato rispetto agli altri, stavamo sempre lì. Quando è venuto a saperlo dai tutor o da qualcuno, ci ha chiamato da parte e ci ha detto “non voglio più vedere queste cose perché siamo una squadra”. Anche da questo punto di vista lui curava l’aspetto proprio della persona e dei legami che ci sono all’interno della squadra".
Sul numero 32: "Ho sempre avuto numeri pari, poi quando dovevo scegliere ho guardato la serie sui Los Angeles Lakers e c’era Magic Johnson, un giocatore che mi è sempre piaciuto in NBA, mi piaceva come numero e ho scelto quello".
Centrocampista che lo ha messo più in difficoltà: "L'anno scorso posso dire Rabiot".
Idoli: "Extra calcio LeBron James. Calcio, amavo Schweinsteiger da bambino".
Descrivere il Milan in una parola: "Passione".
Sul primo gol in rossonero: "Sinceramente, ci ho capito poco in quel momento. E' stato veramente bello, all'inizio volevo proprio capire se la palla era entrata. Poi è stato bello quando tutti i compagni mi hanno abbracciato. Rappresenta che si lavora bene e tutti insieme, poi ognuno è contento del successo del compagno".
Sul soprannome “Harry Potter”: "Come film mi piace, ho visto la saga con la mia ragazza. Ma dopo un po' non ne posso più veramente (ride, ndr)".
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