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Pellegatti
Il giornalista Carlo Pellegatti ha rilasciato un'intervista ai microfoni di MilanNews.it per parlare del lancio di Podcast dedicati al Milan, realizzati in collaborazione con StarCasinò. Ecco le sue dichiarazioni:
Sui podcast: "Le puntate saranno 30 e ci sarà tutta la storia del Milan. Partiamo a ritroso perché si parte dall'ultimo Scudetto e perché, essendoci tanti ragazzi che non hanno vissuto le epoche degli anni Novanta, andiamo a far assaggiare man mano la storia... La seconda sarà su Doha, poi i grandi addii del 2012, poi lo Scudetto di Allegri, l'epopea di Berlusconi, gli anni di Rocco e i primissimi anni difficili negli anni 30; abbiamo inserito anche alcuni spezzoni, come l'audio del gol di Tonali e poi, nei prossimi, ci saranno le mie telecronache come quella con 'Pippo mio' ad Atene o quelle nei derby".
Sullo scudetto: "Grandissima emozione, che non si è scalfita di un centimetro. Continuo a vivere sulla mia nuvola rossonera meravigliosa: ci sono salito al terzo gol del presidente Kessie, mi ricordo dov'ero a Reggio Emilia e chi avevo di fianco, e non ci sono più sceso. Poi c'è l'episodio: cosa avevo chiesto a Pioli ad ottobre? Avevo lo sfondo dell'ultimo Scudetto con la foto della mia famiglia e avevo chiesto a Pioli di farmelo cambiare... Due settimane fa c'è stata la cerimonia del cambio foto: nuovo sfondo con la maglia Campioni d'Italia 2021-2022. Ero stanco di vedere quella foto con me giovanissimo e i miei figli ancora bambini".
Sul mercato: "La base c'è ed è molto forte: difesa, centrocampo, attacco. Sono d'accordo con chi dice che se il Milan riesce ad inserire 4 giocatori titolari o pseudo-tali (Origi lo do per fatto, Sanches molto vicino, più il difensore centrale come priorità per poi passare al numero 10 e al 7) poi il prossimo anno ne basteranno solamente un paio per entrare nel treno dei top club europei e, dal lì, non si scende più. Io penso che sia meglio spendere 20 milioni in più del budget per andare agli ottavi o ai quarti di Champions League (e quindi i soldi vengono restituiti) che rischiare di non arrivarci spendendone 20 in meno, rischiando che questi soldi vengano in una certa maniera vanificati. Un sacrificino quest'anno spero che ci sia".
Sul progetto RedBird: "Avevamo una proprietà solida solida solida. Ora il Milan ha due proprietà molto solide: Elliott, almeno per qualche mese, si occuperà ancora del piano operativo sulla parte sportiva, mentre Cardinale opererà sicuramente per far crescere il brand con operazioni commerciali. È un progetto molto nuovo, che nemmeno io riesco ad immaginare. Tutto, però, partirà dallo stadio; ha ragione Scaroni: non aspetteranno tanto, dove si vede la velocità si va, chi prima arriva... Si aspetterà il dibattito pubblico per rispetto a Milano e al Sindaco Sala. Poi si parlerà: con l'Inter o con l'Inter non lo so... C'è, secondo me, una forte tentazione di farselo da soli come da mentalità anglosassone".
Su Origi e Renato Sanches: "Origi bisogna scoprirlo; era l'idolo dei tifosi del Liverpool e tutti parlano bene di lui. È come comprare un cavallo dalla Scuderia Aga khan: chi nasce lì, nasce bene con un grande sangue. Renato Sanches è uno che riempie, un giocatore presente, spettacolare; può giocare sia da 10 alla Kessie che da centrocampista. Bisogna aspettare la situazione del Lille: la decisione della DNCG arriverà nella prossima settimana e si attende anche l'arrivo eventuale del nuovo allenatore Fonseca. Sanches deve maturare, ma a Maldini piacciono molto queste sfide anche sul piano temperamentale. Mi piacerebbe vincerla anche con Zaniolo, ma le legittime richieste della Roma non possono essere per il Milan. Tifo per De Ketelaere più che per Lang e il belga si potrebbe alternare con Sanches".
Su Zaniolo: "È una di quelle ipotesi che mi affascina. Sono quei giocatori inespressi, che hanno tante potenzialità... Non parlo tanto del ruolo, eventualmente si vedrà, ma mi affascina".
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