Bruno Longhi ha parlato della Semifinale di ritorno di Coppa Italia di questa sera, tra i nerazzurri e i rossoneri. Nel suo editoriale su Sport Mediasetil giornalista ha presentato la stracittadina in programma a San Siro alle 21:00. Ecco le sue dichiarazioni: “Il campionato per un paio di giorni si fa da parte e in sua vece si accendono stasera le luci a San Siro. Dove Inter e Milan si affrontano nella semifinale di ritorno di Coppa Italia dopo lo 0-0 dell’andata. Tanto per dare i numeri. I rossoneri inseguono la quindicesima finale. I nerazzurri la quattordicesima”.
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Longhi: “Inter-Milan quante ripercussioni! Ecco chi ha la rosa più forte”
Bruno Longhi ha commentato nel suo editoriale la stracittadina di Milano, in programma questa sera a San Siro.
Longhi ha poi analizzato il percorso delle due squadre nella competizione e su chi ha maggiori possibilità: “L’Inter non alza il trofeo dal 2011 con Leonardo in panchina. Il Milan dal 2003. Quando sulla sua panca c’era “mister-garanzia” Carletto Ancelotti. Dalla parte della squadra di Pioli c’è il vantaggio del risultato a reti bianche dell’andata. Con ciò che ne consegue. E cioè che un eventuale suo gol avrebbe valore doppio. Dalla parte di Inzaghi c’è probabilmente la consapevolezza di avere a disposizione una squadra attualmente (leggermente) più forte del Milan. Come si evince anche dal numero di gol realizzati e subiti. Numeri che però non avevano impedito al Diavolo di ribaltare nel finale. Con l’uno-due di Giroud, l’ultimo derby di campionato».
Secondo lui questo derby sarà decisivo per la corsa Scudetto: “Sarà quindi una gara all’insegna dell’incertezza. E che – a mio parere e in evidente contraddizione con le dichiarazioni della vigilia dei due tecnici – avrà comunque ripercussioni sul prosieguo del campionato. Penso sia utopistico pensare che allenatori, giocatori, dirigenti, rimangano insensibili di fronte al risultato di un derby-da-dentro-o-fuori. Che in questo caso è molto più di una semplice partita. Vincere significherebbe respirare a pieni polmoni la consapevolezza della propria superiorità. Perdere inoculerebbe nello sconfitto il tarlo del dubbio sulle certezze acquisite nel lungo percorso del campionato”.
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